In questo periodo negli Stati Uniti, il Paese in cui si sono registrati più decessi da Coronavirus al mondo, uno dei temi di interesse (almeno per quanto riguarda gli appassionati di sport) è la possibile ripartenza della NBA: stagione ferma ormai da tempo, con una regular season ancora da concludere e i playoff da disputare interamente. Un procedimento lungo, considerati quelli che sono i numeri dei contagi e il fatto che presumibilmente il pubblico non sarebbe ammesso nelle arene. Al netto di tutto e della posizione dei singoli interessati e addetti ai lavori, sarà complicato riprendere l’attività e quando lo si farà ci sarà poco tempo: per questo già nei giorni scorsi avevamo ventilato l’ipotesi che la NBA potesse riprendere direttamente dai playoff, tenendo fede alle classifiche che vigevano prima della sosta per Coronavirus.



A parlarne è stato esplicitamente Doc Rivers, coach dei Los Angeles Clippers e vincitore di un titolo quando allenava a Boston: in una chiacchierata con Cedric Maxwell (ex ala piccola, due volte campione NBA con i Celtics e MVP delle Finali nel 1981), Rivers ha messo l’accento su un punto che effettivamente va considerato: come si potrebbe chiedere alle squadre ultime in classifica, e che hanno ben poco da giocarsi, di allenarsi per un mese e giocare per niente? Già: nelle leghe americane promozioni e retrocessioni non esistono, vero che qualcuno potrebbe pensare di giocare per fare tanking e aumentare le possibilità di prima scelta assoluta al draft ma si tratterebbe comunque di un aspetto marginale, anche perché certamente la Lega non incoraggerebbe mai a rientrare in campo contro lo spirito della competizione.



CORONAVIRUS NBA: LA PROPOSTA DI DOC RIVERS

Dunque, Rivers ha proposto che si riparta subito dai playoff ma con una piccola variazione sul tema: secondo lui le squadre tra la settima e la decima posizione per ciascuna conference dovrebbero giocare una mini-post season per garantirsi gli ultimi due posti disponibili. Nel frattempo le altre squadre, già qualificate, si potrebbero allenare così da perdere il minor tempo possibile; specificando e rendendo concreto il discorso, nella Eastern Conference Brooklyn affronterebbe Charlotte e Orlando se la vedrebbe con Washington, mentre nella Western Conference avremmo Dallas contro New Orleans e Memphis contro Portland. Il sistema è pensato perché quelle franchigie che prima del break stavano lottando per l’accesso ai playoff possono avere la loro occasione; discorso valido soprattutto a Ovest dove i Pelicans decimi hanno 3,5 partite di ritardo dall’ottavo posto (gli Hornets invece sono indietro di 7 gare rispetto ai Magic).



Dall’altro lato, settima e ottava delle due Conference potrebbero non vedere troppo di buon occhio la cosa: se la regular season venisse dichiarata conclusa in anticipo, a tutti gli effetti quelle quattro squadre sarebbero qualificate per i playoff ma dovrebbero rimettere il loro posto in discussione. Così un criterio valido per alcune (la sesta classificata per esempio) non sarebbe valido per altre; insomma, anche su questa proposta comunque intelligente ci sarebbe da discutere. Ricordiamo che a oggi le squadre qualificate aritmeticamente ai playoff sono tre: nella Eastern Conference Milwaukee (miglior record assoluto) e Toronto (campione in carica), nella Western Conference i Los Angeles Lakers. Almeno per quanto riguarda queste, qualunque possibile soluzione per riprendere la stagione NBA apporterebbe pochi cambiamenti; per tutto il resto bisognerà vedere, di ripartenza si è già iniziato a parlare ma, come in Europa per il calcio, siamo ancora in alto mare e i numeri della pandemia da Coronavirus impongono la prudenza.