Nonostante i drammatici numeri che ancora di leggono in questi giorni, legati alla pandemia da coronavirus negli Stati Uniti, ecco che un barlume di speranza per la ripresa del campionato NBA, dopo lo stop imposto a marzo per l’emergenza coronavirus, ancora c’è. A fornircelo in queste ore è il portale ESPN, secondo cui il commissionar dell’Association Adam Silver è convinto che entro un mese, la lega saprà decidere del destino della stagione 2019-2020 della pallacanestro statunitense. Entro al fine di maggio, primi di giugno dunque si saprà se la NBA potrà tornare protagonista e in che modo, e in ogni caso pare che vi sia grandissimo ottimismo a riguardo. Dall’ultima riunione con i proprietari dell’NBA infatti è emersa una fondata speranza che il campionato possa giungere al suo regolare termine, pur con delle necessarie novità.



CORONAVIRUS NBA: COME RIPARTIRA’ IL CAMPIONATO?

E’ dunque intenzione della lega quella di affrettare i tempi sulla decisione della ripresa della stagione dell’NBA, dopo lo stop per coronavirus, sicuri che nel frattempo si potranno studiare norme per minimizzare i rischi di contagi da covid 19. Sono dunque sul tavolo diverse ipotesi, come quella di disputare tutti i match mancanti in massimo due sole location-bolla, dove le franchigie si uniranno in isolamento, come pure di rivoluzionare il format, snellendo nel caso la formula del torneo e riducendo i match mancanti. Nel frattempo però i giocatori potranno ricominciare ad allenarsi nei propri centri sportivi e sono previsti test e tamponi, ce andranno eseguiti più volte prima di poter tornare in campo. Va però detto che, stando alle ultima parole di Silver, l’NBA non ha intenzione di “fermarsi” in caso di una nuova positività al coronavirus: “Se fossimo convinti di dover di nuovo sospendere tutto per  un singolo test positivo, allora non dovremmo neppure iniziare a  tornare in campo’’. Su questo punto però la discussione è ancora aperta e certo sarà utile nel frattempo vedere che cosa succederà in Bundesliga, dove tale principio verrà applicato, già da questo fine settimana. I giocatori certo sono divisi, tra timore per la propria salute e coscienza delle gravi conseguenze che lo stop all’NBA porterebbe sull’intero sistema.

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