Della possibilità che la stagione NBA, a causa del Coronavirus, venga cancellata ha parlato Fred VanVleet che ha espresso il suo pessimismo circa l’argomento. “Penso che tutti si stiano preparando allo scenario peggiore ha detto il playmaker dei Toronto Raptors, campioni in carica e – almeno fino a quando si è giocato – con ottime possibilità di tornare a disputar le Finali. VanVleet ha detto che i giocatori e gli addetti ai lavori dovranno eventualmente assorbire il duro colpo e cominciare a pensare a come lavorare per tornare in campo nelle migliori condizioni possibili. “La salute delle persone viene prima di tutto” ha detto, ma ha anche sottolineato come in questo momento non sceglierebbe di giocare davanti al pubblico. Sono parole di responsabilità con una sorta di frecciata nei confronto del mondo NBA quelle del numero 23 di Toronto, autentica rivelazione della squadra canadese nel trionfo dello scorso anno (pensate che nel 2016, dopo il college a Wichita State, non era stato selezionato al draft).



Il quale, infatti, subito dopo ricorda come la lega di basket americana abbia un’immagine di leadership a livello di sicurezza e salute, e quindi abbia la necessità di seguire le linee guida per quanto riguarda la situazione. Per questo motivo, VanVleet è convinto che quest’anno non si tornerà in campo; subito dopo però aggiunge che “c’è la questione economica, quindi si cercherà di trovare un modo per limitare i danni”. Dunque, alla fine il playmaker si dichiara poco sorpreso rispetto ad entrambi gli scenari; in questo momento però la NBA sta ancora cercando di capire se la stagione 2019-2020 potrà ricominciare e, qualora sia così, in che modo sarebbe possibile portare a termine il torneo. Ricordiamo che per chiudere la regular season ciascuna squadra deve giocare circa 20 partite, poi ci saranno i playoff che, in condizioni normali, prevedono quattro turni al meglio delle 7 partite.



CORONAVIRUS NBA: CALENDARIO DA RIVEDERE

Ammettendo che almeno una serie per turno arrivi a gara-7 (cosa ampiamente possibile), e siccome nei playoff non si gioca in back to back (cioè in due sere consecutive) ma anzi considerati gli spostamenti possono anche passare tre-quattro giorni tra una partita e l’altra, è possibile uno scenario in cui per concludere tutta la post season occorrano quasi due mesi; ora, è evidente che non ci sia tempo a disposizione a meno che si accetti di rimanere in campo fino ad agosto inoltrato, ma a quel punto bisognerebbe comunque ridurre le partite di regular season (in caso contrario, riprendendo a metà maggio i playoff non potrebbero iniziare che a luglio) oppure diminuire le gare all’interno delle serie dei playoff. Riguardo il pubblico, LeBron James inizialmente si era dichiarato scettico ma poi ha cambiato idea dicendosi disposto a giocare in arene vuote pur di tornare in campo; ha però ragione VanVleet quando dice che il tema è particolarmente complesso per una serie di motivi, dunque sarà interessante vedere quello che succederà…