Molto prima che il governo italiano imponesse le stringenti misure per limitare la diffusione del Coronavirus nel nostro Paese, i negozi cinesi avevano già abbassato le serrande. Da Nord a Sud gran parte dei ristoranti cinesi ha chiuso e così anche centri estetici ed altre attività. A Prato i 2500 cinesi che avevano visitato la loro patria in occasione del Capodanno si sono messi in autoquarantena. L’obiettivo? Quello di non contagiare la città. Ovunque è stato notato il loro gesto di solidarietà spontanea verso il nostro Paese e verso la stessa Cina ancora in affanno. In realtà, come evidenziato da Corriere, sarebbe stato Pechino a imporre alle comunità cinesi in Italia di tenere un basso profilo al fine di non apparire come i portatori del virus. Dopo l’esplosione dell’epidemia a Wuhan, scrive oggi Corriere.it, i vertici del Partito Comunista e del governo hanno anche dovuto fronteggiare un altro problema, quello delle cosiddette comunità cinesi sparse nel mondo e pari a 60 milioni di persone. Il rischio, secondo il presidente Xi Jinping è che con l’alibi del virus vi fossero episodi di razzismo e che, al tempo stesso, aumentassero le tensioni con la Cina influendo negativamente sulla sua immagine nel mondo. Non solo: questo avrebbe riempito di maggiori responsabilità Pechino, potenzialmente accusato di mancato controllo nelle prime fasi dell’epidemia.



CORONAVIRUS, NEGOZI CINESI CHIUSI PER PRIMI: ECCO IL PECHÈ

Pechino, sin dal 1949 è dotato di uno strumento, un’organizzazione che ha il compito di tenere i rapporti con le comunità cinesi all’estero. Con il passare degli anni ha assunto vari nomi: nel 1078 ha preso il nome di Ufficio per gli Affari dei Cinesi d’Oltremare e due anni fa si è fuso con il Dipartimento di Lavoro per il Fronte Unito, alle dipendenze del Comitato Centrale del Pcc. Il Fronte Unito fu voluto da Mao sin dai tempi della lotta per la conquista del potere definendolo una delle tre “armi magiche” per estendere l’influenza del partito. Si tratta di una organizzazione con il compito di raccogliere attorno al Pcc altre forze favorevoli alla politica ufficiale in Cina e tra le comunità cinesi all’estero. Xi negli anni ha rafforzato sempre più il suo ruolo dandogli maggiori risorse. In generale, obiettivo di Pechino è quello di avere una maggiore egemonia sulle comunità estere. Già nel 2018 Xi ha rivolto un appello a tutti i cinesi d’oltremare: “Ricordate la chiamata del partito e del popolo, diffondete la voce cinese, sostenete lo sviluppo del Paese, salvaguardate gli interessi nazionali”. Quindi con l’avvento del Coronavirus era necessaria una mobilitazione onde evitare che l’immagine del Paese subisse danni. Dopo aver raggiunto l’obiettivo di tenere un basso profilo nel pieno dell’epidemia in Cina, passato il picco a Wuhan Pechino ha deciso di passare dalla modalità difensiva a quella propositiva mandando aiuti in Italia e non solo e cercando di far passare quello cinese come il modello da seguire.

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