Il coronavirus “corre” anche in carcere. Stanno aumentando anche i contagi nei penitenziari, con numeri che preoccupano. In tutta Italia i detenuti risultati positivi a Sars-CoV-2 sono 718, di cui 681 sono asintomatici, 11 presentano sintomi e 26 sono ricoverati. Si tratta di numeri in aumento, per la precisione del 25% rispetto all’ultima rilevazione, anche se comunque restano contenuti rispetto al totale della popolazione carceraria. È stato il Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria (Dap) a fornire i dati aggiornati al 14 gennaio 2021. Milano comunque rappresenta un caso, in quanto qui i contagi tra i detenuti sono cresciuti in una settimana addirittura del triplo.
Il 7 gennaio c’erano 36 positivi al carcere di Bollate, mentre ora sono 109, più un detenuto che è stato ricoverato in ospedale. Nel carcere di San Vittore invece i positivi al Covid sono 59, invece una settimana fa erano 17. Dunque, nella Regione Lombardia i casi Covid sono 228, cioè quasi un terzo di quelli nazionali.
CORONAVIRUS NELLE CARCERI, “ANTICIPARE VACCINAZIONI”
La Regione Lazio è invece seconda per numero di contagi, che sono quasi tutti concentrati nelle carceri di Roma. A Rebibbia, ad esempio, ci sono 54 positivi, mentre altri 4 detenuti sono ricoverati in ospedale, mentre 35 a Regina Coeli. In Veneto ci sono 60 casi, di cui 37 a Vicenza e 23 a Venezia. Per quanto riguarda altri focolai di entità rilevante, ci sono Abruzzo con Sulmona che ha 53 detenuti positivi e Lanciano con 29 casi, mentre a Napoli c’è il caso del carcere di Secondigliano con 40 positivi, proprio quanti se ne registrano a Palermo nel penitenziario di Lorusso. Per quanto riguarda, invece, l’amministrazione penitenziaria, in tutta Italia risultano 701 positivi tra poliziotti e personale. Alla luce dell’aumento di casi nelle carceri italiane, il sindacato Osapp giorni fa aveva inviato una lettera al ministro della Giustizia Alfonso Bonafede evidenziando le difficoltà nel garantire norme di sicurezza e distanziamento e chiedendo di anticipare la campagna di vaccinazione per la polizia penitenziaria. “Viste le presenti condizioni di rischio presenti nelle carceri, e solo parzialmente attenuate, è indispensabile un ripensamento della programmazione delle vaccinazioni”.