Il nuovo coronavirus non è stato creato in laboratorio. Ne parliamo da giorni, approfondendo i vari studi che si sono occupati della questione. Ora ne parla Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità (Css). Nella conferenza stampa dell’Istituto superiore di sanità (Iss) che si è tenuta oggi, ha smentito che dietro Sars-CoV-2 ci sia una “mano”. «Non facciamo del fantabioterrorismo». Locatelli ha fatto riferimento a «indicazioni chiare» che escludono la possibilità che il virus sia stato generato in laboratorio. Le diverse ipotesi, dunque, «non hanno alcuna consistenza scientifica». Nei giorni scorsi anche Massimo Galli, esperto di Malattie infettive e primario dell’ospedale Sacco di Milano, aveva spiegato che va esclusa l’ipotesi che il virus sia un prodotto di bioingegneria. «Si è evoluto ed è cresciuto in natura, non certo in laboratorio, come ipotizzato da alcuni complottisti».



FRANCO LOCATELLI E MASSIMO GALLI “CORONAVIRUS NON È NATO IN LABORATORIO”

Massimo Galli ha anche pubblicato uno studio di alcuni giorni fa sul comportamento e le caratteristiche del virus nelle prime fasi dell’epidemia. Il Sars-CoV-2 non può essere stato creato in laboratorio perché altrimenti sarebbe identico ad altri già esistenti, come quello della Sars, e avrebbe avuto una partenza più “piatta”. Basandosi sulle caratteristiche e sul comportamento del nuovo coronavirus, l’infettivologo ha quindi smentito ad esempio l’ipotesi divulgata dal biologo Dany Shoham, ex ufficiale dell’intelligence militare israeliana, il quale aveva parlato dell’esistenza di un laboratorio a Wuhan, città cinese focolaio del contagio, dove il governo cinese starebbe portando avanti un programma segreto di sviluppo di armi chimiche. Secondo Shoham, il virus sarebbe “sfuggito” da quel laboratorio. Una teoria impossibile per diversi motivi secondo Galli, perché in primis il virus «avrebbe avuto una partenza più piatta e un’evoluzione diversa», inoltre «non ha senso farne uno simile, solo in parte, ad uno già esistente».

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