E’ morto all’età di 76 anni, il campione dl mondo 1966 Norman Hunter, dopo una lunga battaglia con il coronavirus. A darne la tragica notizia solo poco fa è stato il club inglese del Leeds, a cui l’ex difensore aveva legato il proprio nome. Come è stato reso noto, il britannico, leggenda del calcio inglese, già debilitato, lo scorso 10 aprile è stato ricoverato in Ospedale e riscontrato positivo al Covid-19: subito è stato sottoposto alle migliori cure che però si sono rivelate insufficienti. E’ quindi grave lutto nel mondo del calcio non solo inglese: oggi perdiamo infatti un personaggio ruvido e combattivo, ma che con le sue gesta ha portato il Leeds, e soprattutto la nazionale della Tre Leoni a grandi trionfi, fino alla Coppa del mondo del 1966 (allora Coppa Rimet), vinta in casa contro la Germania Ovest.



CORONAVIRUS, NORMAN HUNTER E’ MORTO: IL RICORDO DEL LEEDS

Nella breve nota rilasciata dal Leeds sulla morte di Norman Hunter per coronavirus possiamo leggere: “ Lascia un enorme buco nella famiglia del Leeds United. La sua eredità non sarà mai dimenticata e i nostri pensieri sono con la famiglia e gli amici di Norman in questo momento molto difficile”. E davvero la scomparsa dell’ex difensore è perdita gravissima per tutti gli appassionati. Placcatore duro e temibile, talento che lo ha portato ad essere soprannominato Norman “Bites Yer Legs” Hunter (ovvero Norman “mordi gambe” Hunter), il difensore classe 1943 cominciò la sua carriera proprio al Leeds, con cui ha certo ottenne le sue soddisfazioni maggiori dal punto di vista professionale. 540 presenze, una Charity Shield, una Coppa di lega, una Coppa d’Inghilterra e due campionati inglesi sempre sotto i colori dei pavoni per l’ex difensore.



Ma non solo: perché pure Norman Hunter fu una belva anche con la maglia della nazionale inglese, con cui vinse il primo e finora unico titolo mondiale della storia, la Coppa Rimet del 1966, contro la temibile Germania Ovest di Haller e Beckenbauer. Poi nel 1976 si ricorda il passaggio del giocatore, oggi scomparso, al Bristol City: infine tre stagioni al Barnsely prima dal ritiro dal calcio giocato. Ma non dal calcio: Hunter infatti tornò protagonista ma in panchina, seguendo come allenatore le sorti di Barnsley, Rotherham United, Leeds e Bradford, fino al 1993, anno del suo effettivo ritiro. Ricordiamo infine che Hunter, iscritto nella lista delle 100 leggende del campionato inglese, lascia oggi la moglie Sue, figli e nipoti, a cui ci stringiamo nelle condoglianze.

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