Nuovo focolaio di coronavirus a Roma: con 8 nuovi casi di contagio registrati nelle ultime 24 ore la clinica San Raffaele, nella zona della Pisana, diventa oggetto di attenzione da parte delle autorità sanitarie. L’istituto, situato non lontano dalla sede del Consiglio regionale del Lazio, come riportato da Leggo è stato isolato dopo che da un paio di giorni erano state bloccate tutte le accettazioni. Un’ulteriore svolta si è verificata nella giornata di ieri, quando uomini della Polizia di Stato e dell’Esercito si erano messi a presidio della struttura: da quel momento era assolutamente vietato entrare o uscire senza l’autorizzazione dell’Asl di competenza, la Roma 3. Alessio D’Amato, assessore alla Salute della Regione Lazio, ha spiegato: «L’indagine epidemiologica è ancora in corso, sia per accertare eventuali nuovi positivi, sia per identificare la fonte del contagio, indagando anche sulle strutture e sui movimenti dei pazienti».
CORONAVIRUS, NUOVO FOCOLAIO A ROMA: CLINICA SAN RAFFAELE ALLA PISANA “ZONA ROSSA”
Almeno 6 degli otto positivi al coronavirus accertati alla clinica San Raffaele sono emersi durante un’indagine epidemiologica svolta all’interno della stessa struttura. Tutti i contagiati sarebbero asintomatici ma le autorità sono preoccupate dal focolaio al punto da aver fatto scattare prontamente uno screening per il tracciamento dei contatti delle persone positive al coronavirus. Ma c’è di più: oltre al blocco delle accettazioni, la Regione Lazio ha richiesto la lista dei pazienti dimessi o trasferiti nelle ultime due settimane. Tra le ipotesi al vaglio per spiegare l’origine del focolaio, come spiega Il Messaggero, ve ne sono due maggiormente credibili: un operatore sanitario asintomatico o un paziente proveniente da un altro ospedale e giunto alla Pisana per una riabilitazione. Oltre al caso di un anziano trovato positivo al coronavirus dopo la morte, anche una donna è risultata contagiata: la paziente è arrivata dieci giorni fa al San Raffaele per la riabilitazione cardiaca dopo essere stata curata in un altro ospedale dopo aver accusato un aneurisma dell’aorta.