L’avvicinamento alle Olimpiadi di Tokyo 2020 per ora va avanti, il CIO non vuole prendere decisioni definitive con così grande anticipo, ma è altrettanto legittimo dire che con la pandemia di Coronavirus in atto è molto difficile pensare che i Giochi possano svolgersi regolarmente. Fra i pessimisti, o forse solo realisti, c’è Paolo Barelli, il presidente della FIN (Federazione Italiana Nuoto) e anche della LEN, che degli sport acquatici è la Federazione europea. Quella di Barelli dunque è una posizione significativa: “Se non c’è una svolta positiva dell’emergenza Coronavirus entro la metà di aprile è ridicolo parlare di Olimpiadi, soprattutto per una questione di pari opportunità tra gli atleti. Noi ad esempio abbiamo molti ragazzi che non si stanno allenando perché ci sono le piscine chiuse”, mentre altri Paesi meno colpiti dall’emergenza Coronavirus potrebbero trarne un vantaggio in tal senso – questo è uno dei molteplici aspetti che il CIO dovrà valutare quando prenderà una decisione definitiva sulle Olimpiadi Tokyo 2020.
CORONAVIRUS OLIMPIADI: PARLA PAOLO BARELLI
La domanda principale dunque potrebbe essere proprio questa: quando il CIO prenderà una decisione definitiva sulle Olimpiadi? Paolo Barelli, sempre nelle dichiarazioni del presidente FIN e LEN riportate dall’Adnkronos, chiede una decisione in tempi brevi sulle Olimpiadi di Tokyo 2020: “Il Cio ha parlato di una decisione a inizio giugno ma è troppo tardi – prosegue il numero uno del nuoto italiano ed europeo –. Immagino che lo abbiano fatto perché hanno contratti miliardari con le tv e un accordo con il governo giapponese, ma i Giochi li fanno gli atleti e non i dirigenti, sarebbe ingiusto non mettere tutti nelle condizioni di competere alla pari. Ho sentito alcuni dei nostri ragazzi e i loro allenatori e sono tutti preoccupati, chi non può allenarsi è anche angosciato dal rischio di veder buttare all’aria anni di lavoro. Se a metà aprile non si vede la luce in fondo al tunnel è meglio lasciar perdere”, conclude Barelli che invita il CIO dunque ad esprimersi in tempi più rapidi. Di certo, il destino delle Olimpiadi è appeso ad un filo e il rischio come minimo di un rinvio è davvero concreto.