Sta facendo discutere in queste ore la notizia connessa al Coronavirus e agli oltre 500mila tamponi che sono stati trasportati dall’Italia agli USA da un aereo militare a stelle e strisce decollato dalla base di Aviano (provincia di Pordenone) e atterrato presso l’aeroporto di Memphis, in Tennessee. Un’operazione confermata dai principali media nostrani e americani, nonché dal generale David Goldfein, capo di Stato Maggiore dell’aeronautica statunitense. Stando a quanto si apprende, i test saranno distribuiti in lungo e in largo nella nazione, ove si registra un costante e preoccupante aumento dei contagi: sono ormai quasi novemila quelli confermati in America e sono morte all’incirca 150 persone dall’inizio dell’epidemia, a testimonianza della letalità del Covid-19 anche in Paesi lontani dal nostro. Dall’altra parte dell’Atlantico, intanto, c’è incertezza sulla data di fine emergenza: secondo Trump non cesserà sino ad agosto-settembre, mentre gli esperti sono più pessimisti e parlano di 12-18 mesi per uscire completamente dal pericolo.
CORONAVIRUS, OLTRE 500MILA TAMPONI DA PORDENONE AGLI USA: PRODOTTI IN ITALIA?
Perché molti internauti stanno storcendo il naso di fronte alla notizia della spedizione di 500mila tamponi dal nostro Paese agli Stati Uniti d’America? La risposta è semplice: in Italia scarseggiano i test e molte regioni faticano ad eseguirli proprio per la loro indisponibilità. Non è però stato precisato se si tratti di una fornitura italiana, né se la produzione sia avvenuta entro i nostri confini nazionali. Stando a quanto riportato dal portale telematico “Defense One”, negli USA giungeranno nelle prossime settimane nuovi aerei militari contenenti materiale sanitario. “I casi, purtroppo, aumenteranno e noi dell’aeronautica stiamo conducendo missioni globali”, ha dichiarato Goldfein, senza entrare ulteriormente nel dettaglio e dando adito a svariate interpretazioni. Difficile dire quale sia quella corretta, ma, in ogni caso, si tratta di una mossa logica e giustificata dai recenti accadimenti: meglio premunirsi e recuperare il maggior numero di tamponi possibili, prima di trovarsi in piena crisi e con un numero esagerato di pazienti infetti.