Perché alcuni non si ammalano di coronavirus? Il tema dell’interferenza virale
L’interferenza virale potrebbe essere il motivo chiave per cui alcune persone non hanno mai contratto il Coronavirus. È un’ipotesi sostenuta da Aureliano Stingi, dottore in biologia molecolare e collaboratore dell’Organizzazione Mondiale della Sanità nella battaglia contro le fake news sul Covid. Sulle pagine di La Repubblica, Stingi spiega che “con interferenza virale si intende l’inibizione alla crescita di un virus causata da un’infezione precedente”.
Questo fenomeno si può osservare per esempio in una persona che è appena guarita dal raffreddore e che ha quindi meno probabilità di prendersi l’influenza, e potrebbe spiegare anche come mai diversi soggetti non si sono mai ammalati di Coronavirus. “È un fenomeno ancora poco compreso e non sempre presente” precisa l’esperto. La chiave sarebbe nel nostro sistema immunitario, in particolare quello innato che “comprende una serie di cellule e mediatori che vengono attivati subito dopo l’infezione e preparano il corpo a combattere contro l’infezione” e che è “molto meno specifico di linfociti T e degli anticorpi neutralizzanti”. Aureliano Stingi cita su Repubblica uno studio del 2021 che mostra come “un’infezione con un virus respiratorio (quelli che causano il classico raffreddore) inibisce la crescita e la proliferazione del Sars-Cov2”.
Coronavirus, come potrebbero essere i prossimi vaccini
Secondo Aureliano Stingi, “un soggetto appena guarito da un raffreddore potrebbe essere protetto da una nuova infezione causata dal Sars-Cov2 grazie alla recente produzione di interferone che impedisce al nuovo virus di ‘attecchire’”, come illustra su La Repubblica. I dati a sostegno di questa ipotesi sono ancora in fase di studio ma, “se rappresentiamo sullo stesso grafico l’incidenza di raffreddore e di Sars-CoV2” è possibile notare che dov’è presente il Covid c’è una diminuzione dei casi di raffreddore e viceversa.
L’ipotesi dell’interferenza virale potrebbe aiutarci a comprendere il comportamento e l’evoluzione del Coronavirus e, in futuro, potrebbe anche diventare la base di un vaccino di maggior efficacia. L’idea di Aureliano Stingi è quella di poter “‘mimare’ l’effetto del raffreddore nel nostro corpo” tramite vaccino, così da poter garantire la protezione contro gli effetti più gravi dell’infezione da Covid ma anche dalla possibilità di contagiarsi e contrarre la malattia.