L’epidemia di coronavirus è esplosa negli stessi giorni in Italia e in Corea del Sud, a più di 8 mila chilometri di distanza. In forme molto simili, secondo il parere degli esperti. Ma, a distanza di alcune settimane, la situazione e appare molto diversa. In Corea si contano 67 morti, a fronte di poche migliaia di persone (29 mila per ora) messe in quarantena. In Italia, si sa, la situazione è ben diversa. Perché?



Un informato e preciso reportage di Reuters (di cui consigliamo la lettura) cerca di capire le ragioni del successo di Seul a fronte delle difficoltà di casa nostra che continuano a crescere nonostante gli sforzi eroici del personale e una mobilitazione che ha pochi precedenti nella storia recente. In sintesi:

1) La Corea del Sud, ammaestrata dalle esperienze della Sars e della Mers scoppiata nel 2015, ha messo a punto un impegnativo programma di test a cui è stata sottoposta una buona parte della popolazione.



2) I dati ricavati finiscono in un archivio accompagnati da documenti di vario tipo, dalla patente all’orma del piede e l’impronta della mano. Le autorità coreane hanno il diritto di utilizzare questi dati, in caso di necessità, senza infrangere i vincoli posti dalla privacy.

3) La democrazia coreana, di fronte alla minaccia delle pandemie, ha così deciso di limitare il proprio diritto alla riservatezza.

4) La Corea, Paese all’avanguardia tecnologica, può anche contare su un database di prim’ordine che permette agli ospedali di seguire i pazienti in remoto. I cittadini in quarantena sono costantemente monitorativi via app finché non sia disponibile un ricovero, se necessario. In quel caso, un’ambulanza preleva a domicilio il paziente.



5) Il sistema presenta ancora numero buchi: nonostante 209 mila test risultati negativi, vi sono 18 mila casi dubbi ancora da seguire. Ma il metodo ha permesso di limitare costi, disagi e lo stress del personale medico.

6) Il test ha coinvolto 117 istituzioni coreane, con una raccolta massima di 20 mila esami al giorno. Il test è gratuito per chi presenta sintomi, altrimenti costa 140 dollari.

7) Va rilevato che la Corea del Sud è assai simile all’Italia per popolazione (50 milioni di abitanti) reddito e spesa sanitaria (l’8,9% del prodotto interno in Italia, il 7,3% nel Paese asiatico).

Una domanda: chi ha ancora il coraggio di sostenere la superiorità dell’Occidente?

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