Tensione al Governo nelle ultime ore a causa del presunto piano riapertura di Patuanelli. Come riportato dai colleghi di Repubblica, il ministro dello Sviluppo Economico avrebbe discusso con Vittorio Colao – numero uno della taske force – del piano che permetterebbe di riaprire il 22 aprile 2020 a tutte quelle imprese che garantiscono il rispetto dei protocolli di sicurezza approvato dalle parti sociali. Un piano alternativo a quello della task force, dunque, che ha gettato benzina sul fuoco dopo lo scontro tra forze di maggioranza sul Mes. «Aprire come si è chiuso è una stupidaggine, rischiamo il passo falso: rischiamo di riaprire e poi dover richiudere qualche settimana dopo», le parole del vicesegretario del Partito Democratico Orlando, che ha poi evidenziato che «l’ultima parola sarà del premier Conte: ciò che ritengo fondamentale è che si dia una prospettiva qualche giorno prima».
“PIANO RIAPERTURA DI PATUANELLI”, POI LA RETROMARCIA DEL MISE
Non è tardata ad arrivare la presa di posizione del Mise, che in una nota ha smentito: «Patuanelli non sta lavorando a un suo piano: il Governo riceverà le proposte della task force di Colao e le esaminerà confrontandosi con regioni e comuni nella cabina di regia per poi decidere assumendosi, come sempre, tutte le responsabilità delle scelte». Una retromarcia a tutti gli effetti. Attesi aggiornamenti nel corso delle prossime ore sul piano di riapertura, senza dimenticare che si è discusso molto anche di un altro aspetto. La Lombardia – la Regione più colpita dall’emergenza coronavirus – ha infatti riunito un gruppo di esperti per dire la sua su tempi e modi per la riapertura. Una mossa che ha sorpreso (e stupito) e, spiega il Corriere della Sera, l’annuncio potrebbe essere arrivato per non farsi indicare la strada del Governo, ovvero dalla task force di Colao.