Il coronavirus era già tutto scritto, nel senso letterario del termine. Negli anni ’80, infatti, un noto autore di bestseller americano, leggasi Dean Koontz, aveva pubblicato un romanzo thriller, in cui raccontava la diffusione di un’epidemia di un virus cinese, che decimava la popolazione. La cosa più incredibile, come sottolinea l’edizione online de Il Messaggero, è che Koontz è riuscito ad anticipare anche il luogo del focolaio, leggasi la metropoli Wuhan. Basta leggere alcuni passaggi del romanzo in questione per capirlo: “Wuhan-400 è un’arma perfetta – si legge – si chiama così perché è stato creato in un laboratorio in un laboratorio alla periferia di Wuhan”. Il thriller americano si chiama “The Eye of Darkness”, uscito nel 1981, quasi quarant’anni fa, all’oscuro ovviamente dal dramma che sta accadendo nelle ultime settimane nella lontana Cina. Koontz, autore di almeno un’ottantina di romanzi, di cui la maggior parte tradotti e venduti anche in Italia, e una ventina poi divenuti soggetti di film, ipotizza che in un laboratorio di Wuhan, venga creato un terribile virus.



CORONAVIRUS, L’INCREDIBILE COINCIDENZA CON UN ROMANZO DEL 1918

“Fu in quel periodo – si legge – che uno scienziato cinese di nome Li Chen disertò negli Stati Uniti, trasportando un dischetto delle più importanti e pericolose nuove armi biologiche cinesi in un decennio. Chiamano il materiale “Wuhan-400″ perché è stato sviluppato nei loro laboratori RDNA fuori dalla città di Wuhan ed è stato il quattrocentesimo ceppo vitale di microrganismi artificiali creati in quel centro di ricerca. Wuhan-400 è un’arma perfetta. Colpisce solo gli esseri umani”. La storia, come si può già capire in queste righe, si è poi sviluppata negli Stati Uniti, ma le coincidenze sono incredibili. Oltre a Il Messaggero, anche la stampa cinese ha dato risalto a questa incredibile vicenda, a cominciare dal South China Morning Post, che ha spiegato come proprio a Wuhan esista un laboratorio di bio sicurezza a livello 4.

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