Il Coronavirus è nato in Cina e più precisamente a Wuhan oppure sarebbe stato portato nella metropoli cinese da militari americani: la domanda sull’origine della pandemia di Coronavirus che da mesi imperversa ormai in tutto il mondo resta di grande interesse e anche Le Iene non si sono sottratte a un tema di questo genere. Secondo la nota trasmissione Mediaset, che ha dedicato un servizio di oltre un quarto d’ora alle origini del Coronavirus, le due ipotesi potrebbero essere collegate.



Che sia nato in modo del tutto naturale o che ci sia lo zampino dell’ormai famigerato laboratorio di Wuhan, ufficialmente il Coronavirus è nato in Cina, ma per il portavoce del ministero degli Esteri cinese la colpa potrebbe essere dell’esercito americano, a causa del gran numero di soldati Usa presenti a Wuhan nell’ottobre del 2019 per i Giochi mondiali militari.



Il laboratorio di Wuhan è classificato al massimo livello (4) di sicurezza biologica, come quello di Fort Detrick nel Maryland che ospita il Niaid, l’agenzia federale per le ricerche sulle malattie infettive diretta da Anthony Fauci, e Usamriid, il principale centro militare americano per la ricerca sulle contromisure da adottare in caso di “guerra biologica”. Nel febbraio del 2018 la rivista di virologia del laboratorio di Wuhan pubblica uno studio sul Coronavirus dei pipistrelli nella città cinese di Jinning, dove avrebbero scoperto un nuovo Sars Coronavirus che infetta direttamente l’essere umano senza bisogno di passare attraverso un ospite intermedio.



ORIGINI CORONAVIRUS, LE RICERCHE DEI LABORATORI AMERICANI E DI WUHAN

Il professor Matteo Bassetti, virologo dell’ospedale San Martino di Genova, ha spiegato alle Iene: “I ricercatori cinesi sono andati a valutare 220 persone che vivevano nella zona di Jinning e hanno fatto uno studio sierologico. Hanno trovato sei persone che avevano gli anticorpi per il Sars Coronavirus dei pipistrelli”, che potrebbe essere un progenitore del Sars-Cov-2.

Tra i finanziatori della ricerca vi era pure il Niaid, con più di 3 milioni di dollari erogati tra il 2014 e il 2018. Inoltre fra i membri del comitato scientifico della rivista di Virologia del laboratorio di Wuhan troviamo il professor Sina Bavari, lo scienziato militare a capo del laboratorio di Usamriid. Gli americani logicamente lavorano sulla prevenzione di minacce come “la creazione, il trasferimento o l’uso di agenti patogeni dal potenziale pandemico potenziato”, quindi potrebbero aver studiato gli stessi virus che hanno studiato prima di loro i cinesi.

Bassetti aggiunge: “Il laboratorio per vedere se un antivirale funziona deve avere il virus o devi avere una coltura del virus e testare i nuovi farmaci”. In questo modo ad esempio si è scoperto che il Remdesivir, sviluppato per Ebola, è efficace pure contro il Coronavirus. I virus del pipistrello scoperti a Wuhan con il finanziamento di Niaid potrebbero essere stati tra quelli studiati e potenziati a Fort Detrick da Sina Bavari per testare il Remdesivir.

CORONAVIRUS, LA MALATTIA A FORT BELVOIR E I GIOCHI MILITARI A WUHAN

Un virus di questo genere, liberato in una zona abitata, può diffondersi tra la popolazione? Per Bassetti sì, se trova “un ospite che lo possa trasmettere”. Perché si scateni un’epidemia ci deve essere almeno un essere umano infettato: quello che gli americani sostengono che sia accaduto nel laboratorio di Wuhan. Ma se questa trasmissione fosse avvenuta a Fort Detrick?

A luglio 2019 il laboratorio di Usamriid è stato chiuso per un incidente di biocontenimento per “motivi di sicurezza nazionale”, come riferì il New York Times. Proprio a luglio nella zona si segnalarono casi (compresi alcuni morti) di una malattia respiratoria con sintomi “che vanno da una brutta tosse alla polmonite senza indizi chiave su come sia scoppiata la malattia improvvisa”, anche in due case di riposo. Le Iene si chiedono se ci sia correlazione tra la fuga di biocontenimento di Fort Detrick e le epidemie anomale. Vicino alle due case di riposo c’è Fort Belvoir, un ospedale per i militari che assiste anche quelli di Fort Detrick.

Se il contagio fosse passato anche a Fort Belvoir, ecco che è possibile che poi alcuni dei militari di questa struttura, che hanno partecipato ai Giochi militari, potrebbero avere portato il contagio guarda caso proprio a Wuhan, dove durante la manifestazione fu segnalata la diffusione di un “virus influenzale” riportato anche dagli atleti italiani, come l’olimpionico di scherma Matteo Tagliariol, che ricorda la scarsità di farmaci disponibili proprio perché moltissimi ne ebbero bisogno. Magari anche questo ha contibuito a far diffondere ovunque il Sars-Coronavirus del pipistrello di Jinning, remota zona rurale della Cina…