Dopo il primo cane risultato positivo al Coronavirus, contagiato a Hong Kong e purtroppo deceduto, arriva ora anche il primo gatto positivo al Covid-19. La notizia arriva dal Belgio dove la facoltà di medicina veterinaria di Liegi ha riferito che in un felino è stata registrata una infezione da Coronavirus. Stando alle informazioni trapelate da Corriere.it, il contagio sarebbe avvenuto da uomo ad animale. Il gatto viveva con il suo padrone che aveva iniziato a mostrare i sintomi una settimana prima. Nel dettaglio sarebbe stato il suo padrone a contagiarlo. “Gli esami hanno evidenziato che il gatto di una persona infettata dal Covid-19 è stato contagiato dal suo padrone e ha quindi ha sviluppato dei sintomi e un’infezione che è stata confermata”, ha spiegato il virologo Emmanuel André, portavoce interfederale della lotta contro il coronavirus in Belgio. L’esperto ha chiarito che si tratta di un tipo di trasmissione che va dall’uomo all’animale e non il contrario come erroneamente in tanti hanno creduto, portando all’amplificarsi di quel brutto fenomeno legato all’abbandono degli animali a quattro zampe. Affinché possa avvenire un contagio dall’uomo all’animale, ha precisato il virologo, “necessita di un contatto ravvicinato fra i due durante la vita quotidiana”.



CORONAVIRUS, PRIMO GATTO POSITIVO AL COVID-19: PARLA L’ESPERTO

Quanto avvenuto in Belgio, con il primo caso di gatto positivo al Coronavirus, è certamente un caso isolato, eppure, come ha spiegato ancora il virologo, “le autorità hanno proposto di adottare una serie di misure di precauzione per le persone infettate che hanno un animale domestico”. Oggi, tuttavia, ha chiarito ancora l’esperto, “non c’è ragione di pensare che gli animali domestici possano essere vettori dell’epidemia”. Dopo i due casi finora segnalati, quello del volpino di Pomerania contagiato ad Hong Kong e quello del gatto risultato positivo in Belgio, è intervenuto anche Massimo Castagnaro, membro del College europeo dei patologi veterinari (Ecvp): “Da un punto di vista scientifico non mi sorprende che ci possa essere una replicazione del virus in alcuni animali”, ha commentato. Eppure, a suo dire, è cosa ben diversa sostenere che possa esserci un passaggio da cane o gatto a uomo: “su questo non c’è alcuna evidenza scientifica e mi sembra anche difficile da ipotizzare perché non esistono studi che mettano in evidenza l’esistenza negli animali domestici di recettori cellulari specifici per questo coronavirus”, ha detto. Al momento sembrano di difficile comprensione anche gli effetti che il nuovo Coronavirus ha sugli animali dal momento che gli unici due casi emersi sono quelli resi noti. “Due singoli episodi non cambiano la situazione”, ha spiegato il veterinario.

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