Quali differenze nell’evoluzione dell’epidemia da coronavirus tra Italia e UK? In Gran Bretagna la situazione inizia a farsi difficile e soprattutto il Primo Ministro Boris Johnson si è ritrovato ad essere il primo leader mondiale infettato dal covid-19. Come è potuto accadere? Sul sito medicalfacts.it, Giacomo Gorini, virologo italiano al lavoro in Inghilterra ed ex allievo di Roberto Burioni e Nicasio Mancini, ha scritto un articolo per sottolineare come i consulenti scientifici di Johnson abbiano commesso degli errori a prescindere da quella che era stata la tattica di Boris, che fino a pochi giorni fa aveva tenuto tutti col fiato sospeso evocando “l’immunità di gregge” e dunque un probabile contagio di massa da covid-19 nel Regno Unito. In realtà Johnson non ha sottovalutato superficialmente la situazione ma si era affidato ai consulenti scientifici del Governo, per comprendere quale fosse la migliore strategia da mantenere anche alla luce di quanto stava accadendo in Italia. Spiega infatti Gorini: “Johnson nelle sue puntuali dichiarazioni pubbliche è sempre stato affiancato dai suoi responsabili scientifici, a cui chiedeva intervento non appena la discussione diventava troppo tecnica per i suoi livelli.”
LA LEZIONE ITALIANA NON ASSIMILATA
Dunque, più che alle presunte manie di protagonismo di Boris Johnson, il boom dei casi di coronavirus in Gran Bretagna (9.782 contro i 160 dello scorso 6 marzo) sembra dovuta a una strategia troppo lenta e a qualche medico “creativo” che continuava a paragonare, ancora nella prima decade di marzo, il covid-19 ad una brutta influenza. Osserva Gorini: “Il Primo Ministro Johnson ha quindi ascoltato per filo e per segno il parere dei suoi consulenti. Per una volta che un politico ascolta il parere degli esperti, questi gli danno consigli che lasciano perplessa la maggioranza della comunità scientifica, e si becca pure il virus!” Dunque l’errore fondamentale sarebbe stata una scarsa reattività degli scienziati british a non adeguarsi a quanto accaduto in Italia, considerando l’epidemia nel nostro Paese scatenata da fattori non replicabili, o comunque non nella loro interezza. Errore fatale che forse anche l’Italia aveva in parte compiuto rispetto all’epidemia cinese, il cui sistema politico e governativo permette l’assunzione di misure draconiane indigeribili in Italia, dove già il necessario lockout sta causando ripercussioni economiche pesantissime. Ripercussioni che, senza successo, la Gran Bretagna aveva provato a dribblare, di fatto perdendo solo tempo prezioso.