Quando finirà il Coronavirus? La domanda, inconsciamente o meno, ce la stiamo ponendo un po’ tutti, inutile negarlo. D’altro canto, l’argomento continua a campeggiare ogni giorno sulle prime pagine dei quotidiani nazionali online e cartacei e nei titoli d’apertura dei principali telegiornali ed è inevitabile che, fra paura e desiderio di voltar pagina, in molti sognino una risposta all’interrogativo. La verità, però, è che è tutt’altro che agevole individuare con precisione (ma anche con approssimazione) quanto a lungo si protrarrà l’epidemia, con particolare riferimento all’Italia. Nel nostro Paese, infatti, il Coronavirus è sbarcato da pochi giorni ed è arduo avventurarsi in previsioni o ipotesi, anche se gli esperti sono sostanzialmente concordi nell’asserire che il numero complessivo dei contagi, per merito delle azioni di contenimento dei focolai, sarà inferiore a quello registrato a Wuhan, in landa cinese. Inoltre, sebbene non sia stata ancora dimostrata alcuna correlazione fra la propagazione del virus in relazione alla temperatura esterna, l’inverno è ormai agli sgoccioli e il nostro sistema sanitario appare in ogni caso meglio organizzato rispetto a quello orientale.



CORONAVIRUS, QUANDO FINIRÀ? POTREBBERO VOLERCI…

Esaurite tali premesse, permane il quesito: quando finirà il Coronavirus? Presumibilmente non sarà mai debellato del tutto, ma si pensa che, affinché cessi l’epidemia, siano necessari alcuni mesi. Per essere più precisi, è altamente probabile che il virus continui a circolare fino a primavera inoltrata o a inizio giugno, come scrive su Twitter la virologa Ilaria Capua, direttrice dell’One Health Center of Excellence dell’Università della Florida: “Quando avremo test diagnostici applicati in tutta Europa, capiremo l’estensione del contagio e potremo dire se è una pandemia in fase avanzata oppure no. Sono convinta che il virus farà il giro del mondo in tempi abbastanza rapidi, perché siamo tanti e il virus troverà tanti corpi, come batterie. Ma non vuol dire che ci saranno forme gravi, anzi, molto probabilmente sarà sempre più debole”. Si può essere dunque cautamente ottimisti? Sì, a patto che il contenimento abbia successo, come avvenuto in passato con la Sars. L’auspicio, inoltre, è che diminuisca progressivamente la sua intensità e diventi una semplice influenza, senza subire variazioni dal punto di vista genetico.



CORONAVIRUS, QUANDO FINIRÀ? IN CINA…

Se le previsioni circa la fine dell’epidemia di Coronavirus in Italia non sono così scoraggianti, rinfrancano le notizie che giungono dalla Cina e che vengono riferite direttamente dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, secondo cui, dopo il raggiungimento del picco dei nuovi contagi, si è registrata una fase di stallo e un successivo calo nel Paese asiatico. Il picco massimo è atteso entro la fine della settimana corrente, poi l’emergenza dovrebbe via via rientrare, con lentezza, fra marzo e la fine di aprile. Non va peraltro scordato il fatto che tutti i Coronavirus, non soltanto il COVID-19, viaggiano di pari passo con la stagione meno calda, nella quale proliferano con maggior facilità per via della semplicità che incontrano nella riproduzione all’interno delle cavità nasali e delle vie respiratorie dell’uomo. Anche per questo motivo è logico ipotizzare una diminuzione dei casi nel secondo trimestre del 2020. Intanto, come detto, l’OMS non perderà di vista il genoma del Coronavirus, pur avendo già ufficialmente escluso la possibilità che si verifichino cambiamenti importanti al suo interno.

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