L’Italia si riscopre in quarantena nei giorni in cui continua l’emergenza Coronavirus e gli italiani si riscoprono più fragili, forse troppo. È questo uno degli ultimi allarmi lanciati da parte degli psicologi che hanno provato a quantificare quale sarà l’impatto dell’epidemia da CoVid-19 non solo dal punto di vista sanitario ma pure della salute mentale e della stabilità dei nuclei famigliari e dei legami di coppia. Infatti le necessarie ma drastiche misure adottate dal Governo che di fatto ha limitato gli spostamenti e imposto a milioni di italiani di restare in casa a meno di motivazioni valide implica una convivenza obbligata che potrebbe portare nel lungo periodo o come effetto nei prossimi tempi a situazioni davvero esplosive, tanto da paventare il rischio del possibile aumento di casi di separazioni o, nelle situazioni più gravi, pure di tendenze suicide. Colpa non solo di una emergenza che ha imposto una nuova routine a cui non si era più abituati ma in molti casi pure a delle abitazioni piccole che fanno sembrare la convivenza di cui sopra una sorta di versione edulcorata (ma nemmeno tanto…) degli arresti domiciliari: non è un caso che spesso per tornare vicini a una persona dobbiamo allontanarci un po’ da lei, e dunque quali costrizioni potrebbe avere questo stato di costrizione?
CORONAVIRUS, LE QUARANTENE POSSONO ESSERE CAUSA DI DIVORZI E SUICIDI
Come detto, secondo gli psicologi questa convivenza coatta mette a rischio equilibri consolidati e stravolge quelli che una coppia, magari con figli e che di solito era abituata a lavorare fuori casa, aveva faticosamente costruito. Si tratta di situazioni a cui nessuno di noi era pronto e, se da una parte questo doversi vivere per tante ore della giornata come mai era successo può rappresentare pure un’occasione per conoscersi meglio e anche affrontare questioni mai messe sul tavolo, dall’altro lato c’è il rischio che tensioni per tanto tempo latenti possano esplodere all’improvviso. Secondo Fabio Sbattella, docente di Psicologia delle Emergenze all’Università Cattolica di Milano, “certe difese possono saltare (…) e a distanza di uno-tre anni non solo possono portare a dei divorzi ma pure a fare aumentare gli episodi di autolesionismo se non proprio delle tendenze suicide”. Il professore evidenzia ciò in base ai dati emersi da alcune ricerche condotte in passato sui nuclei famigliari che hanno vissuto il post-terremoto e sui casi di coabitazione in blocco. “Ci sono delle famiglie che vivono già situazioni di disagio che la quarantena può aggravare” continua Sbattella che ricorda pure come questo tipo di convivenza forzata mini in particolar modo la stabilità di tutte quelle persone che in famiglia sono più fragili.
L’ALLARME DEGLI PSICOLOGI: “SITUAZIONI CRITICHE POSSONO ESPLODERE”
Tuttavia per gli psicologi la perdita dell’equilibrio può manifestarsi pure in soggetti che apparentemente non presentano nessun disturbo e che tuttavia di fronte a quella che è una messa tra parentesi della cosiddetta “normalità” deve fronteggiare dei problemi nuovi. Anche per questo motivo una delle possibili soluzioni proposte sta nelle pratiche dello yoga oltre che nell’ascolto che un esperto può garantire a chi ne ha bisogno. Interessante è pure un aspetto che riguarda soprattutto gli adulti che vivrebbero questa emergenza in modo più critico rispetto ai giovani: questi ultimi, infatti, possono sopperire all’esigenza di rapporti sociali e condivisione utilizzando i social network o le piattaforme di messaging e video-chiamate come Skype. I loro genitori, assillati da tanti altri problemi che spaziano dall’incertezza lavorativa (specialmente se si è precari e lo smart working è solo un’utopia…) alla cura dei genitori anziani fino all’accudire i figli non hanno queste “valvole di sfogo”. Il segreto? Una maggiore tolleranza verso gli altri e sapere come scadenzare il proprio tempo, imparando a organizzarsi e separare i momenti di convivialità da quelli in cui si ha bisogno (per le più svariate ragioni) di tempo per se stessi e in fondo anche di un po’ di intimità.