Potrebbe arrivare entro la fine dell’anno la cura contro il coronavirus a base di anticorpi monoclonali. Si tratta di una “medicina” che ha utilizzato il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, per guarire dal covid, e che lo stesso ha definito “miracolosa”. Rino Rappuoli, amministratore delegato e chief scientist della Glaxo Vaccines, è convinto che a breve la cura a base di anticorpi monoclonali sarà messa in circolo: “Abbiamo accelerato – parole riportate dall’agenzia Agi – già a metà dicembre potremo iniziare la sperimentazione della terapia sui pazienti Covid e chiuderla in un mese, un mese e mezzo”. Se tutto andrà come previsto, febbraio 2021 dovrebbe quindi essere il mese per la diffusione di massa, poco prima dell’arrivo del vaccino. “Puntiamo a sei mesi di immunità”, ha inoltre riferito Rappuoli parlando con Repubblica, di conseguenza fino alla prossima estate si sarà coperti, in attesa poi della cura definitiva.



CORONAVIRUS, RAPPUOLI: “STIPULATO ACCORDO CON MENARINI”

“Dopo l’arruolamento in un mese-un mese e mezzo – ha proseguito Rappuoli sempre come riferisce Agi – contiamo di avere i risultati in base ai quali poter chiedere l’autorizzazione al commercio. La somministreremo prima ai pazienti Covid, così potremo vedere in tempi brevi se funziona così come gli anticorpi monoclonali hanno funzionato per tanti tipi di tumore e di malattie autoimmuni”. Ma arriverà prima il farmaco a base di anticorpi monoclonali o prima il vaccino? Rappuoli risponde che “non c’e’ una gara tra i due perchè sono complementari” in quanto “il vaccino garantisce un’immunità più lunga ma produce i suoi effetti protettivi dopo circa due mesi”. E siccome “la terapia monoclonale azzera da subito la carica virale e serve soprattutto a guarire chi è già infetto”, alla fine “serviranno entrambi”. Rappuoli ha fatto sapere di aver isolato 450 anticorpi in grado di neutralizzare il virus: “Abbiamo stipulato già un accordo con la Menarini – ha concluso – per produrre il farmaco”.

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