Chi sbaglia tra Regione Marche e Protezione Civile? Negli ultimi giorni, dunque dal lunedì di Pasquetta, i dati forniti sui test per il Coronavirus effettuati nella regione del Centro Italia non collimano con i bollettini quotidiani che alle 18:00 vengono emessi dalla Protezione Civile. La coincidenza era stata riscontrata fino al giorno precedente, poi improvvisamente qualcosa è cambiato e adesso bisogna stabilire dove stia il problema. Potrebbe sembrare un argomento di poco conto, invece che questi dati siano allineati tra i due enti è fondamentale per capire in che modo si stia sviluppando il contagio da Covid-19 e, di conseguenza, come gestire la pandemia. Come ha più volte ricordato Angelo Borrelli, capo della Protezione Civile, i dati forniti nei suoi bollettini arrivano direttamente da quelli emessi dalle singole regioni.



Il 12 aprile (il giorno di Pasqua), le Marche avevano comunicato di aver eseguito 21057 test per il Coronavirus da quando è iniziata l’epidemia: 1000 tamponi in più rispetto al giorno precedente, aumento in linea con quanto già emesso e dati che erano in linea con i numeri poi forniti dalla Protezione Civile. Lunedì invece il bollettino della Protezione Civile ha parlato ufficialmente di 6859 test in più, un aumento di 7315 rispetto al giorno prima e un totale di 28372 tamponi. Peccato che la regione avesse ufficializzato appena 456 test in più, per un totale di 21513. Una discrepanza che non è certo di poche unità: certo stiamo comunque parlando di macronumeri, ma a questo livello e vista la situazione di crisi si tratta di un dato di cui tenere conto, perché evidentemente qualcuno ha sbagliato.



Si ipotizza che quel giorno a sbagliare sia stata la Protezione Civile, per quanto detto prima sui dati in arrivo dalle regioni e perché un aumento di oltre 7000 tamponi un giorno non è plausibile; un errore di inserimento dunque, senonchè ieri (martedì 14 aprile) si è verificata nuovamente una discrepanza, con le Marche che hanno dichiarato 436 tamponi in più e un totale di 21949 mentre la Protezione Civile ha parlato di 788 ulteriori test e un totale di 29160. Differenza molto meno sostanziale, ma comunque esistente. Dove sta dunque il problema? Due possibili letture: la prima è che la Regione Marche abbia fornito dati errati per poi fornire alla Protezione Civile il documento giusto (ma avendo già ufficializzato i suoi numeri), il secondo è che la regione parli di cifre che indicano qualcosa di diverso rispetto alla Protezione Civile.



Il dato che non collima va comunque analizzato e capito: il dato sui tamponi eseguiti per il Coronavirus è utile per capire in che modo l’epidemia si stia sviluppando e le cifre sui test sono direttamente correlate al numero dei casi confermati, perché chiaramente più aumentano i tamponi e maggiore è la probabilità che anche i contagi accertati si alzino. Adesso dunque i due enti dovranno lavorare insieme per identificare il problema e continuare a fornire i dati corretti, come sempre avvenuto a parte questi ultimi due giorni.