Nelle ultime settimane in tanti si sono interrogati circa la veridicità di uno studio sul Coronavirus secondo il quale il virus andrebbe ad annidarsi nei testicoli causando sterilità negli uomini. L’argomento è stato affrontato anche dalla trasmissione Le Iene che ha ripercorso la notizia: è possibile che il Coronavirus annidi nei testicoli sfuggendo così al sistema immunitario maschile? La iena Alessandro Di Sarno ha parlato con la responsabile della ricerca, la dottoressa Aditi Shastri che dagli Usa ha coordinato l’inquietante studio. Ai microfoni de Le Iene ha riassunto lo studio da lei condotto asserendo: “Per le statistiche, il Coronavirus ha un tasso di mortalità più alto negli uomini rispetto alle donne”. A suo dire ci sarebbe certamente un fattore biologico che porta gli uomini ad essere più vulnerabili al virus. Durante lo studio è stato analizzato anche l’enzima ACE2. “Il virus è in grandissime quantità nei testicoli maschili”, ha aggiunto la dottoressa, ed esaminando le ovaie “non abbiamo trovato nessuna traccia dei recettori ACE2”, ha aggiunto. Da qui l’ipotesi che gli uomini non annientano il virus in maniera veloce il quale andrebbe a trovare nei testicoli una sorta di serbatoio. Sempre a detta della Shastri, gli uomini risultati positivi potrebbero contrarre delle infezioni e diventare sterili. Ed anche una ricerca cinese sembrerebbe pensarla allo stesso modo.
CORONAVIRUS RENDE UOMINI STERILI? LA SMENTITA
A tal fine Alessandro Di Sarno ha voluto coinvolgere in una sorta di esperimento un giovane paziente trentenne, affetto da Coronavirus, attualmente in isolamento domiciliare, al quale ha fatto analizzare lo sperma, tenendo conto che solo lo scorso gennaio si era sottoposto ad un esame poichè aveva premura di riprodursi e che testimoniava l’ottima salute dei suoi spermatozoi. Ma quali sono oggi – a malattia ancora in corso – i risultati? Dopo aver prelevato il campione di sperma, portato in laboratorio ed atteso circa 6 ore, Di Sarno ha avuto i risultati del test tra le mani. Quaranta giorni di positività al Coronavirus avranno compromesso la fertilità del giovane? A tal fine la iena ha contattato il prof Carlo Foresta, endocrinologo dell’Università di Padova, che proprio in questo momento sta lavorando ad uno studio tra fertilità e Covid-19. In base ai dati riferiti, l’esperto ha ritenuto tutto nella norma: “E’ normalissimo, non c’è stata una alterazione della spermatogenesi quantitativa”, ha spiegato. Il dato relativo alla percentuale di motilità è quello da cui dipende la fertilità, ma in questo caso è stato considerato il dato riferito da Di Sarno “perfettamente normale” quindi in linea con i parametri.