350 miliardi, sterlina più sterlina meno: questo, calcolato dalla Henry Jackson Society, il totale dei danni da chiedere alla Cina come risarcimento per il coronavirus. Il centro studi britannico ha pubblicato un rapporto di quarantaquattro pagine in cui cerca di stabilire la potenziale colpevolezza di Pechino per l’epidemia, cercando di individuare le vie di un’azione legale. Per l’HJS, infatti, Londra dovrebbe perseguire il governo cinese attraverso tribunali internazionali per 350 miliardi di sterline: una causa pilota alla quale potrebbero fare seguito quelle relative ad altri Paesi occidentali. Come riporta il Daily Mail, si tratterebbe di una lunga battaglia legale, considerando che Xi Jinping rifiuterebbe la giurisdizione dell’Aja e sarebbe necessario individuare una strategia alternativa. E ci sono i margini per un’azione legale: secondo numerosi studiosi di diritto, esisterebbe fondamento giuridico per procedere contro i responsabili di una condotta che ha provocato migliaia di morti, nonché la crisi dell’economia globale.
“CORONAVIRUS, RICHIEDERE RISARCIMENTO ALLA CINA DA 350 MILIARDI”
Come evidenziato da Libero, il ricercatore americano James Kraska ha preso in esame il Regolamento sanitario internazionale emanato dall’Oms e adottato 15 anni fa per la censura cinese, evidenziando che Pechino ha contravvenuto agli obblighi di comunicazione «entro 24 ore agli altri Stati membri delle informazioni inerenti la Sars e malattie provocate da un nuovo sottotipo del virus». L’Henry Jackson Society ha dunque affermato che ci sono prove che la Cina ha violato direttamente la responsabilità dei trattati sanitari internazionali e, dunque, le super potenze internazionali potrebbero intraprendere vie legali per chiedere risarcimento danni. «Il PCC (Partito Comunista Cinese) ha cercato di nascondere al mondo le cattive notizie», la conclusione della ricerca del think tank londinese. E non è finito qui: il Daily Mail evidenzia che quattro ex ministri di gabinetto e altri 11 parlamentari conservatori hanno scritto congiuntamente al Primo Ministro per accusare la Cina e chiedere un “ripensamento” circa i rapporti con Pechino…