La redazione di Striscia la Notizia

ha scoperto che alcuni ristoranti etnici stanno operando in maniera abusiva in questo periodo contravvenendo alle restrizioni in vigore per questo tipo di esercizi commerciali che dovrebbero restare chiusi anzi ben oltre la fine del lockdown nazionale, prevista per il prossimo 4 maggio. A fare luce sulla faccenda ci ha pensato Luca Abete, uno degli inviati del tg satirico di Canale 5, che ha scoperto infatti in Campania un ristorante abusivo all’interno di quella che sembrava essere una normale abitazione: peraltro non è la prima volta che Abete si interessa agli esercizi che operano nella regione nel comparto della ristorazione dato che in passato le telecamere di “Striscia” avevano documentato casi di cibo venduto in maniera illegale nei pressi degli stessi locali, negozi o supermercati. Questa volta invece il programma Mediaset (a questo link la clip del servizio andato in onda) è entrato in uno di questi ristoranti etnici abusivi scoprendo che esiste un vero e proprio menu pensato in tempi di pandemia da Coronavirus, “cibo rigorosamente africano e non napoletano”.



STRISCIA LA NOTIZIA, “RISTORANTI ABUSIVI IN CASA IN CAMPANIA”

Grazie alle telecamere nascoste, nel servizio di “Striscia la Notizia” si può vedere infatti una finta cliente che di fatto entra e si siede in quella che è la cucina privata dell’abitazione di una signora che si preoccupa di preparare dei piatti della tradizione senegalese: come si può ben immaginare il servizio è fornito in barba a qualsiasi norma sanitaria e ovviamente non rispettando le restrizioni attualmente ancora valide per i ristoranti e gli altri esercizi di questo tipo. Costo totale del menu? Solamente 5 euro, prezzo molto competitivo soprattutto per via del fatto che altri ristoranti invece rimangono chiusi e quindi anche una somma così bassa rende “appetibile” questa soluzione per gli… avventati avventori che telefonano per prenotare. Infatti secondo quanto ha scoperto Luca Abete, questo ristorante abusivo campano consente la prenotazione telefonica dove il presunto ‘titolare’ conferma che sono aperti e che il suddetto menu propone piatti della cucina africana. Senza dimenticare di precisare che tuttavia al momento “siamo chiusi” (dopo aver sospettato qualcosa che non andava nella telefonata) ma lasciando intendere probabilmente che “la forma di street food proposta è più street che non si può” per dirla con le parole di Abete.



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