Fra gli evasi dai carceri degli scorsi giorni, a seguito delle rivolte nei penitenziari italiani, anche il pericoloso criminale Cristoforo Aghilar. Questi si trovava in cella per aver assassinato la mamma della sua ex, la signora Filomena Bruno, in quel di Orta Nova. Stamane il programma di Rai Uno, Storie Italiane, ha intervistato l’avvocato della famiglia della vittima, Michele Sodrio, che ha spiegato che i suoi clienti sono stati messi immediatamente sotto protezione, dopo di che sono stati trasferiti in una residenza protetta in una località segreta, sotto scorta 24 ore su 24. Aghilar era già stato protagonista di una fuga lo scorso autunno, subito dopo l’efferato omicidio, ed ora si è reso nuovamente latitante, ma con grande probabilità avrà breve durata. Ricordiamo che Aghilar deve essere ancora giudicato, in quanto si trovava in custodia cautelare: “Era in attesa di giudizio – ha aggiunto l’avvocato – ma non vi sono dubbi sulla sua colpevolezza in quanto ha confessato e vi sono anche le riprese delle telecamere”. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



CORONAVIRUS, RIVOLTA CARCERI, FOGGIA, CACCIA AGLI EVASI: “REGIA UNICA”

L’emergenza Coronavirus in Italia ha avuto diversi effetti collaterali e tra questo anche le rivolte nelle carceri italiane. Il tema sarà affrontato questa sera nel corso della nuova puntata quasi interamente incentrata sulla pandemia in atto e che continua a far registrare numeri drammatici da vero bollettino di guerra. Dallo scorso 9 marzo non sono mancate le rivolte in molto penitenziari italiani e che hanno portato a 12 vittime tra i detenuti, nove solo a Modena e le restanti tre a Rieti. Tra le altre situazioni limite anche quelle con protagonista il penitenziario di Palermo e quello di Foggia. In entrambi i casi non sono mancati i casi di evasione di massa. Oltre 70 detenuti si sono dati alla fuga approfittando del clima di forte tensione nella città pugliese ma, fino alla giornata di ieri, 66 di loro risultavano arrestati e all’appello ne erano rimasti solo sei. Tra i latitanti degni di nota, come riporta Sputniknews, il 36enne Cristoforo Aghilar, accusato dell’omicidio dell’ex suocera avvenuto a Orta Nova lo scorso ottobre, Francesco Scirpoli in carcere per un assalto a un blindato nel Milanese e per la sua presunta vicinanza ad un clan Garganico e il barese Ivan Caldarola. I tre sono considerati tra i più pericolosi e su di loro si sono contentate le maggiori ricerche. Le forze dell’ordine hanno tuttavia lanciato un appello affinché chiunque avesse notizie sui sei latitanti possa fornire le informazioni utili alla loro cattura, anche in forma anonima, chiamando il 112 o il 113.



CORONAVIRUS, RIVOLTA CARCERI ITALIANE: UNA SOLA REGIA?

In seguito alla violenta rivolta registrata nel carcere di Foggia, 107 detenuti sono stati trasferiti in altri penitenziari ed all’esterno è stato predisposto un fitto dispositivo di sicurezza con la presenza di 150 uomini delle forze dell’ordine. Quanto avvenuto il 9 marzo ha interessato diverse carceri italiani, da Nord a Sud, ed in particolare San Vittore a Milano e Rebibbia a Roma. Anche qui non si sono fatte attendere le rivolte con atti di violenza anche molto pesanti. Dietro alle proteste dei detenuti italiani, lo stop delle visite dei familiari come misura di contenimento del Coronavirus e la richiesta di amnistia per la paura del contagio. Le indagini da parte degli inquirenti non si fermano e il sospetto è che possa esserci un’unica regia dietro a questi eventi. A far emergere il dubbio è stato anche Stefano Caporizzi, segretario generale regionale UIL PA Polizia Penitenziaria che ad Askanews ha parlato della delicata situazione dei giorni scorsi con riferimento al penitenziario di Foggia, commentando: “Auspico che entro poche ore possano essere assicurati alla giustizia. Il dato certo è che le rivolte degli ultimi giorni hanno una regia è unica, in cui hanno avuto un peso i telefoni fatti entrare illegalmente nel penitenziario. Non va poi dimenticato che la mafia foggiana è ritenuta superiore come pericolosità alla ‘Ndrangheta”.



POSSIBILI NUOVI EPISODI

A quanto pare però le rivolte nelle carceri italiane non sono affatto terminate. Lo sanno gli agenti di polizia penitenziaria ed anche il ministero che, come riferisce Il Giornale, con una nota riservata a provveditori, direttori delle carceri e comandanti mette in guardia dal rischio di eventi come quelli registrati nei giorni scorsi. A scriverlo è il capo del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria (Dap), Francesco Basentini: “Allo stato non è in alcun modo possibile escludere una ripresa della agitazioni”, dice. Ed invita tutti “alla massima attenzione finalizzata a cogliere ogni possibile segnale in tal senso” per “impedire ogni ulteriore comportamento volto a incentivare a nuove sollevazioni”. Il rischio è che nuovi episodi di violenza possano “compromettere” definitivamente le strutture carcerarie. Secondo fonti de Il Giornale, inoltre, la situazione continua ad essere disastrosa sopratutto in Emilia Romagna, teatro delle rivolte di Modena e Bologna.