Non bastavano le strade sporche, i rifiuti non raccolti e una generale crisi sulla discarica che ancora non trova la “quadra” tra Comune, Regione e cittadini: ora la città di Roma vive il “timore Coronavirus”, con la bufera che si sta abbattendo in queste ore sull’azienda municipalizzata di Ama dopo la “moria” improvvisa di addetti tra ferie e malattie in concomitanza con il rischio “pandemia” emerso da giorni dopo i primi (e finora unici) 2 casi di turisti cinesi infetti dal particolare 2019-nCoV (Coronavirus). Da un lato la psicosi per il virus, dall’altro un espediente che purtroppo troppe volte è successo a Roma negli ultimi anni, sta di fatto che non sono pochi i netturbini che ammettono pubblicamente e nelle chat «non puliamo le zone vicino a Chinatown, abbiamo paura». A riportalo è il Messaggero che spiega come la raccolta rifiuti e la pulizia delle strade – giù largamente problematiche in buona parte della Capitale – in questi giorni è praticamente impossibile specie a Chinatown (ovvero tra il Prenestino e l’Esquilino): «Ci sono assenze per malattia e molti in ferie», spiega un addetto di Ama al Messaggero, puntualizzando «Qualche timore è stato manifestato dai colleghi dello sportello tariffa di Capo d’Africa», il luogo dove ogni giorno la gente si mette in coda per pagare le bollette di Tari e simili.



BUFERA SU AMA: LA REPLICA DELL’AMMINISTRATORE DELEGATO

L’amministratore unico di Ama, Stefano Zaghis, ha provato a limitare i danni (anche di immagine per l’intero Comune a guida Virginia Raggi) lanciando un appello ai suoi stessi dipendenti «Sono in contatto diretto col commissario del governo per l’emergenza, Angelo Borrelli. Siamo pronti a mettere in campo tutte le misure adeguate a evitare qualsiasi rischio per gli operatori. Anche le Asl hanno escluso pericoli in questa fase. I contatti proseguiranno a 360 gradi». Il Coronavirus si diffonde uomo-uomo e dunque non vi è il timore che vi possano essere contagi ritirando rifiuti e lavando le strade: eppure tra malattia e ferie a raffica, il risultato sembra l’esatto opposto. «Alla luce degli eventi relativi al Coronavirus vorremmo capire come stiamo affrontando questo fenomeno sempre più diffuso sia in termini di psicosi che di allarmismo tra la comunità aziendale», lamenta Alessandro Bonfigli, coordinatore regionale della Uiltrasporti. Il problema di fondo sembra però proprio il binomio psicosi-inefficienza nella macchina P.A. di Roma Capitale e per il momento la “bufera” non si placa.

Leggi anche

I NUMERI/ Covid, gli italiani promuovono medici (42%) e famiglia (55%), bocciano tv ( 13,6%) e Ue (21%)Covid, aumento casi variante Xec in Italia: il nuovo sintomo? Perdita di appetito e...