Pure il presidente del Coni Giovanni Malagò quest’oggi è tornato sulla decisione della Federazione Rugby di sospendere definitivamente tutti i campionati, non assegnando così i titoli e fissando promozioni e retrocessioni. Per il numero 1 dello sport italiano, intervistato dai microfoni di Radio 24, la mossa della Fir non è sbagliata a prescindere, vista anche la grave emergenza che stiamo affrontando: c’è però di sbagliato il tempismo. “E’ una scelta, opinabile o meno, ma non hanno voluto nemmeno aspettare una data condivisa anche se poi sappiamo che gli interessi sono molto diversi. Le Federazioni hanno oneri e onori”: il commento del numero 1 dello sport. Ma non solo, come Malagò poi precisa: “Non sono contrario a quanto fatto dalla federugby. Magari non condivido il timing perché l’ordinanza scade il 3 aprile…” anche se ormai pare abbastanza evidente che lo stop proseguirà anche oltre alla data finora fissata dall’ultimo decreto del Governo italiano. In chiusura però Malagò ha espresso chiaramente quello che è la sua posizione sul rientro in campo per le altre discipline “Secondo me si arriverà a quanto detto dal rugby in molti sport, non so se in tutti. Ogni sport lo devi guardare nella sua specificità”. (agg Michela Colombo)



ROVIGO, ZAMBELLI: “DECISIONE GRAVE”

Chiaramente la notizia della decisione da parte della Fir della sospensione definitiva di tutti i campionati, di ogni livello, di rugby, senza l’assegnazione di titoli e scudetti, non è stata accolta da tutti positivamente, come era ben facile immaginarsi, data anche la portata storica di tale mossa da parte della federazione. A farsi portavoce dunque di chi, ben conscio che la scelta sia stata presa a tutela della comunità, rimane ben scontento di quando appena deciso della Fir, è stato il presidente del club Rovigo (capolista nella Top12) Francesco Zambelli. Il dirigente sul Gazzettino ha affermato: “La decisione di non assegnare il titolo è grave e non la condivido, e la chiusura anticipata della stagione mi sembra prematura”. Secondo il presidente rossoblu dunque la federazione Rugby, avrebbe dovuto ancora prendere tempo, come stanno facendo altre leghe e federazioni: per il dirigente infatti vi sarebbe ancora speranza di disputare almeno i play off del campionato Top12 a giugno. La federazione però è stata di ben altro avviso, nonostante le gravi conseguenze anche economiche che lo stop anticipato a tutti i campionati porterà per molte società. (agg Michela Colombo)



CORONAVIRUS, STOP DEFINITIVO AI CAMPIONATI DI RUGBY

E’ il Rugby il primo ad arrendersi in questo contesto così complicato per l’emergenza cornavirus: la Fir (Federazione Italiana Rugby) con un comunicato ufficiale ha annunciato la sospensione definitiva per tutti i campionati ad ogni livello. Nessun scudetto, nessuna retrocessione o promozione dunque per la stagione 2019-2020 che di fatto termina così, inevitabilmente incompiuta. E’ però ben comprensibile la posizione del Consiglio federale della Fir che non credendo di poter chiudere presto la stagione, visto il perdurare dell’emergenza per la pandemia da coronavirus, ha deciso di chiuderla qui: una mossa che potrebbe anticipare misure simili che verranno presto prese anche da altre discipline, come volley, basket, calcio, che in Italia, ancora dubitano fortemente di poter ricominciare a breve con i campionati regolari.



CORONAVIRUS RUGBY, IL COMUNICATO DELLA FIR

Come si legge il comunicato ufficiale, la mossa della Fir della sospensione definitiva dei campionati italiani a tutti livelli ha motivazioni ben chiare, in primis la “tutela della salute e del futuro dei giocatori di rugby, come delle loro famiglie e comunità”. Ma non solo: in tal modo la federazione ha voluto dare un grande segnale, volendo mostrare “Gioco di Rugby sia pronto a rispondere eticamente alle condizioni complessive del Paese” anche “ affrontando il sacrificio di una sospensione tanto incidente sull’attività agonistica nazionale”. Un grande senso di responsabilità dunque in questo momento complicato, consci pure delle terribili conseguenze che questo stop definitivo alla stagione avrà, anche da punto di vista economico, per società e giocatori.

E’ dunque una mossa di responsabilità ma pure una scelta che fa la storia del rugby in Italia quella che è stata appena presa dalla federazione. Dopo tutto, dal secondo dopoguerra gli appassionati della palla ovale hanno avuto sempre un vincitore da celebrare: dopo gli stop alla stagione del 1944 e del 1945 per la Seconda guerra mondiale, anche nella stagione 2019-2020 si vedrà dunque una triste linea bianca al fianco del nome del campione italiano, a memoria di questa stagione e di questi tempi così drammatici.