In che modo la Russia combatte il Coronavirus? Con il riconoscimento facciale e nuove telecamere, una sorveglianza più stretta sui social network e dati diffusi per aiutare a mettere le persone in quarantena. Un servizio della CNN riporta come nel Paese siano già aspre le discussioni per l’inasprimento delle misure di sicurezza volute da Vladimir Putin. Il riconoscimento facciale era già stato introdotto lo scorso anno, ma adesso che l’emergenza Covid-19 è diventata seria la cosiddetta “tecnologia autorevole” sta prendendo piede: risultati che sarebbero eccellenti, perché i comunicati della polizia di Mosca affermano di aver denunciato e multato 200 persone che hanno violato la quarantena, aiutandosi anche con un sistema che comprende la bellezza di 170 mila telecamere. Non solo: i media russi sostengono che alcune di queste persone siano state identificate e intercettate in meno di 30 secondi. Ovviamente però il sistema di riconoscimento facciale, insieme alle nuove misure, ha già scatenato i garanti della privacy che hanno intentato azioni legali.
CORONAVIRUS RUSSIA: LE NUOVE MISURE
Qual è il confine? Dibattito noto e interessante, che in Russia sta tornando di attualità. Il capo della polizia di Mosca, Oleg Baranov, ha affermato di volere ancora più telecamere per eliminare tutti gli angoli bui della città: nello specifico si parla di 9000 mila nuove telecamere che il servizio starebbe installando. Questo nuovo sistema però serve anche per controllare i social network, oltre alla geolocalizzazione: nel primo caso, come raccontato dal sindaco Sergey Sobyanin, una donna arrivata nella capitale della Russia – da Pechino – è stata intercettata insieme al tassista che l’ha portata al suo condominio, oltre a raccogliere dati sulle 600 persone che vivono nell’edificio. Nel secondo caso, la geolocalizzazione già “sponsorizzata dagli epidemiologi consentirebbe in Russia di tracciare i dati dei fornitori di telefonia mobile per una persona specifica, come dichiarato dal primo ministro Mikhail Mishustin.
Si tratta di misure, quelle adottate dalla Russia per combattere l’emergenza Coronavirus, che non passano inosservate; tra le altre cose infatti le informazioni raccolte con i sistemi di tracciamento sono destinate a non rimanere anonime, ma anzi a venire utilizzate per inviare messaggi di testo a tutti coloro che siano entrati in contatto con un soggetto portatore del Covid-19. Inevitabile che venga ora posto l’accento sulla privacy: ne abbiamo un assaggio anche in Italia, dove si discute dell’invasione di certi provvedimenti (per esempio il divieto di andare in Chiesa) giudicati esagerati o comunque senza troppa logica (c’è chi lamenta che però i tabacchini e le edicole restano aperti), sicuramente ogni provvedimento che possa aiutare a debellare la pandemia da Coronavirus è importante ma senza che vada ovviamente a ledere la sfera privata del cittadino. L’aut aut di Vladimir Putin (“15 giorni in quarantena o 5 anni di galera”) pur diffusa si è rivelata una bufala così come la notizia dei 500 leoni liberati in strada, questa tecnologia autorevole pare invece non lo sia.