La corsa al vaccino contro il coronavirus prosegue. Sono all’ordine del giorno risultati di studi che offrono nuove speranze. Come quello pubblicato da Biorxiv, a cui ha lavorato un team di ricercatori americani e cinesi. Gli scienziati hanno scoperto quale potrebbe essere il “punto debole” del virus Sars-CoV-2. Sostengono che si tratti del receptor-binding domain (RBD), quella specie di uncino della proteina spike che si aggrappa alle cellule ospiti. Pensiamolo come una sorta di “apriscatole” molecolare che permette al virus di aprire le cellule ospiti ed entrarci dentro. Risultati incoraggianti sono arrivati da esperimenti su roditori, ma ora va appurato se un vaccino che incide su questo meccanismo possa essere efficace anche sugli esseri umani. «I nostri dati mostrano che la RBD da sola sia sufficiente per ottenere una potente risposta anticorpale neutralizzante». Questo vuol dire che «un vaccino contro la RBD potrebbe proteggere molti individui dal virus Sars-CoV-2». L’idea di questi ricercatori è che il receptor-binding domain debba diventare l’obiettivo della strategia di vaccinazione.



CORONAVIRUS, SCOPERTO “PUNTO DEBOLE”: SVOLTA PER VACCINO

Allo studio in questione ha lavorato lo Scripps Research Institute, che nei giorni scorsi ha ricostruito la struttura del CR3022, un anticorpo neutralizzante isolato da un paziente affetto da Sars che è stato messo in interazione proprio con il receptor-binding domain della proteina spike di Sars-CoV-2. Questo studio, pubblicato invece su Science, ha permesso di scoprire che quell’anticorpo agisce anche contro Sars-CoV-2. Il nuovo coronavirus dunque avrebbe una vulnerabilità non trascurabile. Anche questo può essere utile nell’elaborazione di un vaccino. L’anticorpo, isolato nel 2006 dalla società farmaceutica Crucell Holland, si lega al nuovo coronavirus e sarebbe in grado di neutralizzare la capacità del virus di infettare le cellule, però non come avviene con la Sars. Non è comunque una brutta notizia, evidenziano i ricercatori, perché quel che conta per loro è aver trovato un punto debole del virus per trovare poi il modo di “bloccarlo” con un vaccino.

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