Il coronavirus non provoca solo danni ai polmoni (come nel caso del 18enne salvato a Milano con trapianto record), ma anche al cervello, e pure piuttosto seri. La conferma arriva da uno studio partito nei giorni scorsi sugli effetti neurologici provocatid al Covid-19. Mentre una parte della comunità scientifica si concentra nella ricerca di vaccini e cure, un’altra è impegnata a studiare i danni creati dal coronavirus. La sezione lombarda della Società italiana dei Neurologi Neurochirurghi e Neuroradiologici Ospedalieri (SNO) ha avviato per questo uno studio sistematico. Visto che la Lombardia è la Regione più colpita dal Covid-19, lo studio è rilevante anche a livello nazionale. Saranno coinvolte le principali Neurologie degli ospedali lombardi e alcune cliniche universitarie. L’attenzione sarà rivolta alle complicanze più importanti, come gli ictus. Il coronavirus ha, infatti, un ruolo nelle occlusioni delle arterie cerebrali, con conseguenti lesioni al cervello che determinano poi emiparesi e disturbi focali, fino al coma e alla morte.



STUDIO ITALIANO SU DANNI CORONAVIRUS AL CERVELLO

Ma il coronavirus ha un ruolo anche nell’insorgenza di encefaliti, infiammazioni del cervello causate dall’invasione del virus. Le conseguenze possono essere molto gravi quindi per i pazienti che guariscono dal Covid-19. «A titolo esemplificativo già nei primi 5 giorni abbiamo raccolto un numero considerevole di casi registrati. Stiamo raccogliendo anche i molti casi di una complicanza che riguarda il Sistema Nervoso Periferico e nota come Sindrome di Guillain Barré», ha dichiarato a Il Giorno il dottor Antonio Colombo, che ha guidato per decenni la Neurologia dell’ospedale di Desio. Si tratta di un’infiammazione su base immunitaria che colpisce i nervi periferici arrivando a paralizzare progressivamente il paziente, che rischia anche l’arresto respiratorio. Si parla complessivamente di «una cinquantina i casi conclamati dovuti ai postumi del Covid 19». Questo studio, dunque, permetterà di analizzare l’effetto del Covid-19 sul sistema nervoso, valutato pari al 25-34 per cento nei pochi studi cinesi condotti finora. Ma è importante anche per valutare le terapie più adeguate e permettere ai medici di affrontare in maniera efficace e immediata un’eventuale recrudescenza di questa pandemia.

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