Anche Urbano Cairo, come già Massimo Cellino, sbotta contro chi vorrebbe riprendere il campionato di Serie A: in emergenza Coronavirus, per il presidente del Torino il tema reale è che tutti stiano al sicuro e il contagio venga ridotto ai minimi termini il prima possibile. Cosa che non si concilia con la ripresa delle attività: abbiamo già parlato ampiamente dello scontro in Lega sulla ripresa degli allenamenti, Cairo si è schierato con chi vorrebbe fermarsi fino a cancellare eventualmente la stagione e “chi vuole fare il fenomeno e rompe il fronte per avere vantaggi”. Il riferimento non è nemmeno troppo esplicito ed è verso Claudio Lotito e Aurelio De Laurentiis, che spingono per tornare in campo a lavorare: il patron del Torino non conferma ma nemmeno smentisce, dicendo semplicemente “chiedetelo a loro, mi sembra una follia sostenere una tesi sulla base dei dati del contagio”. Ovvero, i presidenti di Lazio e Napoli sosterrebbero come nelle loro regioni i casi sarebbero minori: vero, ma si è visto come la pandemia possa svilupparsi rapidamente. “Penso che i loro siano interessi sportivi, forse per avvantaggiarsi nella preparazione”: un tema delicato, sul quale c’è maggiore unità di intenti ma ancora non al 100%.



CORONAVIRUS SERIE A: LE PAROLE DI URBANO CAIRO

Urbano Cairo ha dunque parlato del Coronavirus riprendendo le sue stesse dichiarazioni di qualche tempo fa: “Dissi subito che se non avessimo preso decisioni drastiche lo spostamento dei tifosi avrebbe aumentato esponenzialmente i contagiati”. Invece, ha sempre ricordato il presidente del Torino, ancora il 10 marzo nel corso dell’Assemblea di Lega c’era chi spingeva per tornare a giocare: “Adesso quei discorsi sembrano lunari” ha dichiarato a La Stampa. Cairo ha poi detto la sua circa la possibile ripresa: anche per lui chiaramente è difficile immaginare quando la situazione si sarà stabilizzata e si potrà tornare a giocare le partite di Serie A e delle altre competizioni. “Siamo davanti ad una pandemia e non possiamo che navigare a vista” ha detto, affermando anche di essere a favore delle porte chiuse e del taglio degli stipendi che sarebbe inevitabile. “Siamo di fronte a un problema di sistema che rischia di implodere, ora fissare un inizio o una fine non avrebbe senso”.

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