Si attendeva già nella giornata di ieri una nota da parte della Lega Serie A sulle ultime posizioni prese dal governo sul tema della ripresa di allenamenti e campionato, ma è solo oggi pomeriggio (e in seguito alle parole del ministro dello sport Spadafora in tv questa mattina) che lo stesso Del Pino ha potuto reagire agli ultimi avvenimenti. In questi minuti infatti la Lega Serie A ha fatto girare un brevissimo comunicato in cui si legge, con toni pacati e improntati alla massima collaborazione, che rimane desiderio dei club che si torni a giocare. “Come tutti gli italiani vorremmo tornare a lavorare e a vivere la nostra vita quanto prima. Naturale che la Lega Serie A voglia giocare a pallone, sarebbe contro natura dire il contrario” possiamo leggere. Ma pure appena sotto una importante precisazione: “Chi ha un mestiere vorrebbe sempre continuare a farlo. Se sarà possibile farlo rispettando norme e protocolli sanitari, bene. Altrimenti ci atterremo rigorosamente, come abbiamo sempre fatto, alle decisioni del Governo”. Dunque è sempre forte la volontà della Lega che si torni a giocare per la Serie A, lì dove è stata interrotta, ma solo se lo stesso Governo darà il proprio via libera: mossa su cui però al momento non vi è grandissimo ottimismo. (agg Michela Colombo)
SPADAFORA: “RIPRESA SOLO SE ACCORDO SUL PROTOCOLLO”
Nel mezzo delle roventi polemiche, torna anche oggi a parlare di ripresa della Serie A, come di allenamenti e di campionato il ministro dello sport Spadafora, che in collegamento con la trasmissione Mi Manda Raitre, ha invitato innanzitutto ad abbassare i toni: “Bisogna lanciare un appello alla Lega Serie A per finire polemiche e scontri. Io penso che il calcio debba essere un veicolo di gioco, leggerezza, passione, e non dividerci. In questi giorni il comitato tecnico scientifico sta incontrando le varie componenti del mondo dello sport, FIGC e non solo, per degli approfondimenti sul protocollo proposto”. Pure però anche in questo contesto, che vuole essere di maggiore distensione tra le parti, la posizione del governo sulla ripresa della Serie A rimane ben chiara e netta: “Se si troverà un accordo tra il comitato tecnico scientifico, gli allenamenti ripartiranno e questo potrà avere i suoi effetti sulla ripresa del campionato. Viceversa, sarà il governo a decretare per motivi di evidente emergenza sanitaria mondiale, la chiusura del campionato”. Parole che non danno spazio a dubbi: la ripresa della Serie A dunque non è ancora assicurata e sarà responsabilità del governo nel caso (come è accaduto anche in Francia) decretare lo stop. Ma pure sarà responsabilità del governo anche, in caso di stop al campionato, assicurarsi che il sistema calcio non collassi (come è invece grande timore della FIGC). “Ci prenderemo le nostre responsabilità e faremo in modo che anche il calcio abbia meno danni possibili, non dimentichiamo che è una grande impresa del Paese”, le parole del ministro, che certo saranno a tema nella giornata di oggi e non solo. (agg Michela Colombo)
RIPRESA SERIE A: E’ SCONTRO LEGA-GOVERNO
Tiene sempre banco nel mondo del calcio il tema della ripresa degli allenamenti come pure del ritorno in campo per il campionato della Serie A, dopo lo stop imposto agli inizi di marzo per l’esplodere dell’emergenza coronavirus. Dopo le polemiche dei giorni scorsi ecco che pure oggi il tono non si abbassa: anzi è sempre più forte il conflitto tra governo e Lega serie A, con la FIGC che cerca di fare da paciere ma che di fatto rimane ancora nel mirino per il protocollo sanitario fissato per la ripresa e su cui pure la politica non ha ancora dato il verdetto ultimo (pur segnalando più volte la sua incompletezza e la difficoltà di applicazione). E in mezzo alle polemiche accesissime pure si fa sempre più vicina e reale l’ipotesi di uno stop definitivo alla stagione della Serie A. Dopo tutto lo aveva detto già ieri lo stesso Ministro dello sport Spadafora in un’intervista: il calcio pensi a un piano B perché al momento non vi sono le condizioni per fissare date e modalità certe della ripresa visti gli imponderabili sviluppi della pandemia. Ma in aggiunta: chi pretenda oggi certezze segua l’esempio della Francia (in ovvio riferimento allo stop definitivo imposto dal governo nei giorni scorsi). Dichiarazioni che pure dettate da un certo realismo, avevano scatenato (l’ennesimo) putiferio, visto che per il momento Lega e Federazione, come pure i club della Serie A si erano detti compatti sulla necessità di tornare al più presto in campo.
CORONAVIRUS SERIE A: I CLUB SI DIVIDONO
Questo però solo fino a ieri pomeriggio. In seguito alle ultime posizioni del governo in tema della ripresa di allenamenti e attività sportive, nel pomeriggio infatti è stata convocata d’urgenza un’Assemblea informale dei club della Serie A, allo scopo di formulare un nuovo documento (in linea con i precedenti) in cui unitamente si invocava la ripartenza. Nota che però non è mai arrivata, neppure in tarda serata: come ci riporta La Stampa infatti pur nella lunga discussione non è stato possibile giungere a una versione che mettesse d’accordo tutti. Cellino e Cairo (presidenti di Brescia e Torino. noti per le loro posizioni contrarie al ritorno in campo) infatti non hanno voluto sottoscrivere alcuna lettera, in favore della ripresa del campionati di Serie A e neppure la linea, più prudenziale di Juventus e Inter è stata approvata all’unanimità. Se la settimana scorsa Del Pino era riuscito a portare tutti a sottoscrivere una nota favorevole al ritorno in campo, questa volta il presidente non ce l’ha fatta a mettere d’accordo tutti: e da questa spaccatura all’interno della Serie A potrebbe davvero arrivare la scelta di chiudere qui la stagione (come pure aveva preventivato lo stesso Spadafora), tenuto pure conto che rimangono sempre ampi dubbi sulle misure imposte dalla federazione per garantire un rientro in campo in sicurezza.
CORONAVIRUS SERIE A: A CHI TOCCHERA’ STACCARE LA SPINA?
Quel che pare certo al momento è che non sarà Gravina a staccare la spina alla Serie A: lo ha detto ben chiaro il presidente della FIGC solo ieri sera, facendo nuovo riferimento agli enormi danni economici che la cancellazione della stagione porterebbero al sistema calcio. Conseguenze che però, stop o non stop, si stanno già manifestando in questo momento di sospensione e a cui è urgente porre subito rimedio. Pare dunque che anche per la Serie A si è arrivati agli sgoccioli: urge prendere una decisione al più presto, ma a chi toccherà decidere del futuro del campionato, tra il pericolo di scatenare una seconda pandemia e il rischio di far fallire l’intero sistema?.