La Serie A naviga a vista in questi giorni difficili per il Coronavirus, come è normale che sia. Le incognite sono davvero tante e vanno ben oltre lo sport, che prova dunque ad adattarsi ma con moltissime incognite ancora da sciogliere in tempi che potrebbero anche non essere brevi. I due temi caldi sono quelli legati agli stipendi dei calciatori e al possibile nuovo calendario, facile capire che sono due argomenti destinati a intrecciarsi. Infatti, più lo stop forzato dovesse prolungarsi e più sarà difficile completare la stagione, con conseguenti perdite economiche che si ripercuoterebbero anche sugli stipendi dei calciatori. Dunque possiamo dire che la speranza è quella di ricominciare il prima possibile, ma anche su questo ci sono diversità di vedute. Per ricominciare il prima possibile servirebbe anche tornare presto ad allenarsi, ma i medici sportivi sconsigliano gli allenamenti mentre la curva epidemiologica del Coronavirus sta ancora crescendo.



CORONAVIRUS SERIE A: IL NODO CALENDARIO

Partiamo dunque dall’attualità stretta per affrontare questo discorso: la maggioranza delle società è disposta ad attendere almeno il 4 aprile (se non oltre, in caso di necessità) per ricominciare ad allenarsi, anche perché molte hanno giocatori in quarantena causa positività al Coronavirus. Non tutti però sono d’accordo e in tal senso sono in particolare la Lazio di Claudio Lotito e il Napoli di Aurelio De Laurentiis a voler provare a forzare i tempi, attirandosi però le ire di medici e Associazione Calciatori. In ogni caso di ricominciare il campionato di Serie A prima del weekend del 2-3 maggio non se ne parla: il problema caso mai è se si dovesse andare ancora oltre, perché a quel punto saremmo davvero al limite delle possibilità, considerando pure le date che dovranno essere lasciate libere per gli impegni nelle Coppe europee, dove c’è ancora molto da giocare. In tutto questo si inserisce dunque il discorso sugli stipendi dei giocatori.



CORONAVIRUS SERIE A: IL NODO STIPENDI

Le società di Serie A stanno già facendo il conto delle possibili perdite, fermo restando che molto dipenderà da quando si potrà ricominciare a giocare. Come tutte le aziende, anche il calcio chiederà aiuto al governo, ma qui il discorso si fa complesso, perché aiuti statali per pagare gli stipendi dei calciatori potrebbero essere visti molto male dall’opinione pubblica con così tante altre esigenze da affrontare dovute al Coronavirus. Ecco perché una parte dei sacrifici dovrebbe ricadere anche sui calciatori, che in quanto dipendenti saranno costretti a fare i conti con le minori entrate per le loro società di appartenenza. Fino all’8 marzo l’attività è proseguita in modo sostanzialmente regolare, pur con diverse partite già sospese, dunque i pagamenti saranno regolari fino a quel giorno. Poi è iniziato lo stop forzato e di conseguenza i club vorrebbero congelare i pagamenti per il periodo di inattività. Se poi la stagione dovesse saltare del tutto, ecco che sarebbero possibili tagli o addirittura licenziamenti, scenario che nessuno vorrebbe ma che va comunque considerato fra le possibilità.

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