Massimo Cellino lancia, Arturo Diaconale raccoglie: l’emergenza Coronavirus e la necessità di trovare una soluzione ai campionati sospesi (in particolare qui si parla di Serie A) sta animando un dibattito a più voci, nel quale però in questo momento si possono distinguere soprattutto quella del presidente del Brescia e quella del responsabile della comunicazione della Lazio. Il quale nei giorni scorsi si era già fatto sentire, anche se le sue forti parole non erano state “riconosciute” dal suo presidente Claudio Lotito; oggi il patron biancoceleste ha ufficialmente comunicato la sospensione degli allenamenti ma con la convinzione che sia giusto portare a termine la Serie A, Diaconale invece ha affidato a Facebook il suo pensiero. Molto lungo, e che dunque possiamo riassumere per punti: il succo del discorso è che la stagione va terminata per favorire il ritorno a vivere “in un clima più sereno e meno paranoico di quello presente”.
CORONAVIRUS SERIE A: DIACONALE CONTRO CELLINO
Arturo Diaconale ha poi risposto direttamente a Massimo Cellino, che ieri aveva sostenuto come la stagione e il campionato di Serie A andassero cancellati; il presidente del Brescia aveva anche lanciato una frecciata a Lotito, “convinto di avere una squadra imbattibile” e ironicamente invitato a prendersi lo scudetto tanto desiderato. “Chi pensa che la ripresa dei campionati sia un attentato alla salute pubblica non tiene conto della salute mentale di giocatori e tifosi” ha detto il responsabile comunicazione della Lazio. Come dire: a rimanere fermi senza calcio si rischia di uscire di senno (parafrasando). Poi, Diaconale non ha mancato l’affondo verso chi sostiene i suoi interessi: “chi non vuole la normalità pensa che il perdurare dell’emergenza anomala lo possa favorire, come i pescecani delle guerre passate che si arricchivano mentre la gente moriva”. Parole forti, senza tenere conto del fatto che le prime dichiarazioni (giorni fa) erano particolarmente esplicite dell’idea – personale – che il campionato interrotto danneggiasse una Lazio meritevole dello scudetto.
A dirla tutta, Diaconale non ha troppo torto quando dice che, come l’interruzione dello sport è servito a dare un segnale forte di fronte unito contro il Coronavirus, allo stesso modo la ripresa lascerebbe intendere che “il ritorno alla normalità non è affatto impossibile”. Questo è vero a più livelli e anche noi condividiamo (di certo non si può pensare che si arrivi al totale immobilismo per anni), ma è stato anche dimostrato che i numeri dei contagi non stanno diminuendo e anzi ci sono altre zone del Paese che li stanno vedendo in crescita. Oggi ci sta pensare a quando ripartire, diverso è forzare per farlo ipotizzando che vada tutto bene o che prima o poi sarà così; bisogna stare alla realtà e contemplare la possibilità che questa stagione non veda mai la fine. Diciamolo: per gli amanti del calcio e dello sport, per i tifosi e gli appassionati, sarebbe un grande peccato ma certamente non una tragedia, non tale da passare sopra una pandemia.