Gabriele Gravina continua a volere che il calcio riparta: l’emergenza Coronavirus in atto non impedisce al presidente della FIGC di sperare in una ripresa dei nostri campionati, e in particolare della Serie A. La linea di pensiero del dirigente federale è sempre stata coerente: bisogna provare a chiudere la stagione, anche se questo volesse dire arrivare oltre il 30 giugno. Del resto il calendario prospettato dalla UEFA apre alla possibilità, avendo idealmente piazzato le coppe europee ad agosto con un tour de force che prevedrebbe una partita ogni tre giorni; argomento sul quale sono già nate divisioni tra gli addetti ai lavori, anche perché per fare in modo che il piano di Alexander Ceferin si concretizzi bisognerà prima giocare in ambito nazionale.



Intervenuto a Che tempo che fa, la trasmissione condotta da Fabio Fazio, Gravina ha continuato a portare avanti la sua linea: “Non posso essere il becchino del calcio italiano” ha detto, riferendosi allo scenario per il quale la FIGC si trovi costretta a dichiarare finita la stagione. Gravina ha poi riassunto le due correnti di pensiero di questo periodo di Coronavirus: quella per la quale bisognerebbe chiudere l’attività del mondo dello sport e quella che invece impone di continuare. Un aut aut, potremmo definirlo così, nel quale non esistono zone grigie: o si ferma tutto, e lo si farà prima di aver ripreso, oppure i campionati andranno avanti ma a quel punto bisognerà anche portarli a termine. Il presidente FIGC ha ricordato come il momento utile per tornare in campo sarebbe giugno.



“Spero che l’Italia nel mese di giugno possa avere la possibilità di vivere un momento di sollievo diverso rispetto a quello che stiamo vivendo adesso” ha proseguito nel suo intervento Gravina, che ha anche ventilato come la responsabilità di fermare la Serie A e gli altri campionati di calcio sarebbe lasciata al Governo. Ovvero: la Federcalcio italiana persegue l’ipotesi di chiudere la stagione, qualunque altra soluzione non sarà presa per decisione diretta. A tale proposito, per rinforzare il concetto, il presidente ha detto chiaro e tondo che la squadra che vincerà lo scudetto sarà “quella che farà più punti, perché sono convinto che continueremo a dare gioia e speranza agli italiani”. Dunque nessuna proposta circa assegnazioni secondo la classifica dell’ultima giornata completa o altre soluzioni, ma la grande domanda alla quale per ora nessuna sa rispondere riguarda la fattibilità di tornare in campo.

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