Ieri è stata certo una giornata molto importante per il calcio italiano: con la riunione tra FIGC e commissione medica infatti si sono mossi i primi passi concreti per il ritorno in campo dopo lo stop deciso per l’emergenza coronavirus. E proprio dai vertici della federazione, tra le tante proposte messe sul tavolo, certo ha fatto molto discutere l’idea di far ripartire il campionato ma solo nelle regioni del Centro-Sud Italia, ovvero regioni dove la pandemia ha avuto conseguenze meno gravi e dove dunque potrebbe essere più facile “ripartire”. Come ha riferito ieri infatti lo stesso Gravina, certo sarebbe complicato impostare tutti i protocolli anche sanitari necessari per assicurare un rientro in campo “in totale sicurezza”, in regioni come la Lombardia, dove l’emergenza sanitaria è ancora più pressante. Un’idea dunque comprensibile, ma che pure ha scatenato l’ennesima polemica, visto che in tal modo si andrebbe a penalizzare notevolmente i club del nord Italia come Inter e Milan, oltre che Atalanta, obbligati dunque a disputare match a porte chiuse in impianti diversi di quelli di proprietà.
CORONAVIRUS SERIE A: MATCH SOLO AL SUD? E’ POLEMICA MA SE GOVERNO E REGIONI…
E non appena emersa questa proposta, che il calcio riprenda ma solo nel Sud Italia, ecco montare la polemica e, stando alla Gazzetta dello sport, anche i dubbi su tale ipotesi da parte di club del Nord Italia come Inter, Milan e Atalanta. Possiamo certo capire molto bene il perchè di un loro eventuale rifiuto: di fatto sarebbe senza dubbio complicato per le tre società in questione (ma pure per la Juventus, visti i numeri legati al coronavirus anche nella regione Piemonte) spostarsi in luoghi neutri. E in più tale mossa comporterebbe un aumento dei costi sensibile, e che rischia di divenire gravoso in un contesto di crisi economica generalizzata. Insomma l’ultima proposta di Gravina per ripartire non è stata affatto gradita e pone ulteriori problemi di difficile risoluzione al momento. Va però anche aggiunto che finora nulla di ufficiale è emerso dalla Lega e dunque per ora quella di tornare in campo, ma solo sotto il Rubicone è solo un’ipotesi. Non è però da escludere che questa proposta divenga realtà, magari su spinta di governo e regioni, che potrebbero imporre il divieto di giocare nelle zone maggiormente a rischio: in tal caso per i club in questione non vi sarebbe altra possibilità di adeguarvisi. Sempre che non si voglia seguire la strategia di Cellino, che da tempo minaccia il ritiro della squadra se mai si tornerà in campo a chiudere la stagione.