La Serie A non ripartirà all’inizio di maggio. Lo ha decretato il ministro dello sport Vincenzo Spadafora, in un’intervista a Repubblica: naturalmente bisognerà ancora trovare un accordo tra tutti i club e la Lega, ma intanto si va verso uno stop ancora più lungo di quanto si era immaginato. “Riprendere le partite il 3 maggio è irrealistico” ha detto il ministro: effettivamente i numeri del Coronavirus negli ultimi giorni non hanno fatto registrare quel calo che ci si aspettava, anzi sono aumentate le morti che in Italia hanno già superato le 10 mila unità, rappresentando ora il Paese con più decessi nel corso della pandemia. “I nostri ragazzi abituati a stringersi, abbracciarsi, passarsi la bottiglietta: tutto questo mancherà per molto tempo”. La Serie A si ferma ancora, e a questo punto viene realmente da chiedersi se mai riprenderà: ogni settimana che passa si fa sempre più difficile terminare la stagione in maniera regolare, anche pensando di giocare a luglio.



Non solo: nella sua intervista il ministro Spadafora ha toccato il tema degli allenamenti, che negli ultimi giorni era stato oggetto di discussioni tra le varie fazioni, “capitanate” se così vogliamo dire da Andrea Agnelli, che imponeva lo stop prolungato, e Claudio Lotito che invece spingeva per ripartire. La nuova puntata si è avuta con la dichiarazione di Arturo Diaconale ma, al netto di quanto sostiene la Lazio, è inevitabile che il Coronavirus vada affrontato giorno per giorno. Così Spadafora ha già affermato che la proposta sarà quella di prorogare “per tutto aprile il blocco delle competizioni sportive in ogni ordine e grado”. Misura che, si dice, verrà estesa anche agli allenamenti: in questo senso non c’erano state comunicazioni ufficiali perché, come sappiamo, si pensava che le Olimpiadi di Tokyo si sarebbero potute svolgere regolarmente. Cancellate anche quelle, allenarsi non rappresenta più una priorità.



CORONAVIRUS SERIE A: LE PAROLE DI SPADAFORA

Vincenzo Spadafora, ministro dello Sport, ha anche affermato che le società di Serie A si dovranno abituare a pensare il calcio in maniera diversa rispetto a prima: “I grandi club vivono in una bolla al di sopra delle loro possibilità, a partire dagli stipendi milionari dei calciatori”: dunque dal massimo campionato il ministro si aspetta un cambiamento nella mentalità, mentre per aiutare le serie minori sarà destinato un “piano straordinario di 400 milioni di euro, che andrà allo sport di base: secondo le dichiarazioni, sarà il calcio dilettantistico uno dei grandi motori della rinascita. Adesso c’è solo da sperare che, prima poi, la morsa del Coronavirus si allenti: questo, anche se si rendesse necessario chiudere in anticipo questa stagione congelando ogni singolo verdetto.

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