Il presidente della FIGC Gravina rilancia nel braccio di ferro col Governo riguardo la possibile conclusione anticipata della Serie A: “Non firmerò mai per il blocco dei campionati, perché sarebbe la morte del calcio italiano. Con la chiusura totale il sistema perderebbe 700-800 milioni di euro“: l’intervento del presidente federale a un meeting online organizzato dall’Ascoli Calcio lascia trapelare la forte volontà di provare a chiudere la stagione, con un forte distinguo tra il calcio professionistico e quelle che sono invece le problematiche del dilettantismo. “Mi auguro che il mondo del calcio, che ha un impatto altamente sociale nel nostro Paese, possa ripartire con minori individualismi. Il piano B in caso di stop definitivo del calcio? Il mio senso di responsabilità mi porta ad avere un piano B, C, D. Ma se esso deve far rima con ‘è finita‘ dico che, finché sarò presidente della FIGC, non firmerò mai per il blocco dei campionati. Io sto tutelando gli interessi di tutti“. (agg. di Fabio Belli)



TAVECCHIO: “NON DISCRIMINARE IL CALCIO”

Sempre sul tema della ripresa degli allenamenti e del campionato della Serie A come delle ultime misure diramate dal Governo in materia, è intervenuto nell’ultima ora anche l’ex presidente della FIGC Carlo Tavecchio, che ai microfoni di Radio Punto Nuovo ha espresso con parole forti tutto il suo disappunto per le ultime vicende. “Non credo sia normale che un giocatore può andare a correre al parco e non al centro sportivo. Ho letto il protocollo che ho considerato maniacale perché è impossibile attuarlo senza spendere parecchi soldi e con restrizioni incredibili. Se neppure questo va bene, non ho idea di come si possa ripartire” le prime parole di Tavecchio, che pure continua con tono allarmante: “Credo che si approfitterà della situazione internazionale per non far ripartire i campionati, certamente c’è una discriminazione dei calciatori. Il punto nodale è un sistema che sta arrivando economicamente parlando ad una resa dei conti. E’ una cosa di una tale gravità che forse nessuno l’ha capito”. Per l’ex numero 1 della Federcalcio dunque la situazione è davvero drammatica, anche dal punto di vista economico: e in aggiunta è del parere che neppure il CONI stia in questo facendo la sua parte. “La Federazione è intervenuta, mi senza risultati, e il CONI non mi sembra da parte della FIGC. Perché? Ho dovuto fare carte false per mantenere in piedi la Federazione, che non ja mai avuto alcun ausilio dal CONI” la grave accusa di Tavecchio. (agg Michela Colombo)



SILERI: RIPRESA DEL CALCIO INVEROSIMILE

Ma oltre alle tante polemiche, da parte della politica filtra un netto pessimismo per quello che dovrebbe essere la ripresa dei campionati di calcio, in primis per la Serie A, dopo lo stop imposto per l’emergenza coronavirus. Dopo le parole di Spadafora, che invitava le alte sfere del calcio a pensare a un Piano B viste le difficoltà di una vera ripresa, ecco che pure dal Pierpaolo Sileri, viceministro della salute, arrivano dichiarazioni sulla stessa linea. Ai microfoni di Un giorno da Pecora, su Rai Radio 1 lo stesso Sileri ha affermato: “Se ha senso che riprenda il calcio in Italia? Mi sembra inverosimile al momento, nel rispetto dei calciatori vedo la partita di calcio inverosimile”. Il viceministro poi ha aggiunto: “Non si tratta di una partita di tennis o del campionato di F1, nel calcio c’è il contatto fisico tra i giocatori, lì potrebbe esserci fonte di contagio. Mi preoccupo per la salute degli atleti”. (agg Michela Colombo)



TOMMASI: CHIESTO PROTOCOLLO PER ALLENAMENTI INDIVIDUALI

Sono sempre toni forti quando si parla di ripresa degli allenamenti e di ritorno in campo per il calcio, in primis per la Serie A. E proprio andando di nuovo contro alle ultime misure decise dal governo in tal materia che è intervenuto in queste ore anche il presidente dell’Assocalciatori Damiano Tommasi, che ai microfoni di Un Giorno da Pecora, su Radio24, ha annunciato di aver chiesto un protocollo per la ripresa degli allenamenti individuali dal 4 maggio anche per i calciatori. “Al ministro Spadafora abbiamo chiesto che si possa valutare se ci sia la possibilità, anche per gli sport di squadra, di allenarsi individualmente. Il che non vuol dire tornare a fare allenamento da calciatore. Abbiamo chiesto di applicare i protocolli per gli sport individuali anche al calcio” le parole del presidente dell’AIC che dunque assicura un presto intervento anche in favore dei propri protetti, che hanno chiesto a gran voce che si possa tornare (con determinate limitazioni) ai propri centri sportivi. Tommasi ha poi aggiunto nel suo intervento radiofonico: “L’apertura agli sport individuali ci sollecita a un protocollo per il 18 maggio, sempre che questo ci sia. Non è stato ancora validato e siamo anche preoccupati, se non è pronto è difficile immaginare tornare agli allenamenti di squadra. Se si trovasse un protocollo per il lavoro individuale anche per gli sport di squadra, si potrebbe partire già lunedì”. (agg Michela Colombo)

FONSECA: NON CAPISCO LA DECISIONE DEL GOVERNO

Benché solo questa mattina lo stesso ministro dello sport Spadafora sia di nuovo intervenuto per spiegare la pozione del governo in merito di ripresa degli allenamenti calcistici e dunque ritorno in campo per il campionato di Serie A, ecco che pure sono sempre forti le tensioni suscitate dalle misure prese dal governo su tal tema. E dopo le polemiche suscitate da Lotito e da diversi esponenti laziali nei giorni scorsi, ecco che pure l’allenatore della Roma Fonseca, non si capacita delle decisioni prese dalla politica. Il giallorosso oggi, intervenuto ai microfoni di Teleradiostereo ha affermato: “Ripresa allenamenti?Dico di sì. Non riesco a capire perché si può correre in un parco pieno di persone e invece non ci si può allenare a Trigoria, dove ci sono tutte le possibilità di lavorare in sicurezza. Abbiamo tre campi e sono più sicuri piuttosto che andare in un parco”. Per Fonseca però non solo ripresa degli allenamenti nelle adeguate strutture, ma pure ripartenza del sistema calcio: “In questo momento è importante. In questa situazione difficile la Roma più aiutare a dimenticare il problema sociale. Se abbiamo una squadra che fa sognare i romanisti, la città può essere allegra dimenticando il vero problema che abbiamo in questo momento”. (agg Michela Colombo)

CORONAVIRUS SERIE A, SPADAFORA: RIPRESA ALLENAMENTI NON VUOL DIRE…

Tengono ovviamente ancora banco le polemiche e le discussioni sorte negli ultimi giorni tra Governo e Lega Calci0 Serie A per la ripresa degli allenamenti e in ultimo il ritorno in campo per il Campionato, in primis proprio quello di Serie A. Se infatti ieri erano arrivate invettive e puntualizzazioni da entrambe le parti (con pure l’intervento della dell’AIC, per cui risultano “senza senso” le decisioni della politica sulla ripresa degli allenamenti), ecco che questa mattina ai microfoni di Omnibus, programma televisivo di La7, è di nuovo intervenuto con chiare parole lo stesso ministro dello sport Vincenzo Spadafora. Ribadendo dunque che al momento sono ancora in corso contatti tra Comitato scientifico del governo e FIGC per decidere delle modifiche al protocollo sanitario, pure Spadafora ha subito affermato: “Io ho però sempre detto che la ripresa degli allenamenti non significa ripresa del campionato. Molti si lamentano per l’incertezza però ecco se non la si vuole si può seguire la strada della Francia o dell’Olanda (che hanno deciso per lo stop definitivo ai propri campionati, ndr).

CORONAVIRUS SERIE A, SPADAFORA: “SERVE UN PIANO B”

Dunque, pur dopo le tante polemiche suscitate in questi giorni, sulla ripresa degli allenamenti calcistici e il ritorno in campo per la Serie A dopo lo stop per l’emergenza coronavirus, il governo non si muove dalla propria posizione. Spadafora ha dunque affermato in tale senso: “Io sinceramente vedo la strada per la ripresa sempre più stretta. La ripresa degli allenamenti sarebbe comunque un segnale importante. Io se fossi un presidente di una società penserei in primis alle condizioni di sicurezza per la prossima stagione. Sicuramente i sentieri che hanno preso nazioni come la Francia potrebbero indurci in quella direzione”. Ma non solo: per il ministro sarà necessario attendere il verdetto del comitato sull’attuabilità del protocollo stilato dalla FIGC o meno e solo da lì si potranno definire nuove eventuali date (sempre che nel frattempo i numeri legati alla pandemia da coronavirus diano una mano): “Entro tre giorni si saprà se gli allenamenti potranno riprendere il 18 maggio o meno. Per la ripresa del campionato a giugno è ancora presto invece, dipenderà dalla curva del contagio e dalle risposte del comitato scientifico”.

CORONAVIRUS SERIE A, SPADAFORA: SENZA SICUREZZA IL CAMPIONATO SI FERMERA’

Considerati tali elementi ecco che risulta ancor quasi impossibile per la politica definire con precisione date e modalità per il ritorno in campo, in primis per la Serie A. Ecco perché per Spadafora è utile che le alte sfere del calcio, anche per la prima serie nazionale comincino a pensare a un piano B: “Pensiamo a un piano B. Lo consiglio e lo sottoscrivo, l’appello alla Lega, alla FIGC, è di pensare a un piano alternativo perché le soluzioni possono essere tante”. Ma non solo. È infatti opinione dello stesso ministro che a breve potrebbero essere gli stessi presidenti dei club della Serie A a chiedere lo stop alla stagione: non vi sono infatti le condizioni di sicurezza per fare giocare i propri tesserati di cui sono responsabili e ad ora il protocollo sanitario stilato dalla FIGC è di difficilissima attuazione. Il Ministro dunque si rivela ancora una volta incerto delle reali possibilità di ripresa: “Oggi si pensa solo alla questione economica e a salvare certe società, ma se non ci sarà sicurezza il campionato dovrà fermarsi“, ha aggiunto.