Sono giorni bollenti per il calcio italiano: il tema della ripresa degli allenamenti e dunque del ritorno in campo per chiudere i campionati regolarmente è oggetto di discussione tra FIGC e governo e se la federazione fino ad ora si è sempre detta a favore, pure sono sempre già le voci che invocano lo stop. Considerato il perdurare dell’emergenza sanitaria per il coronavirus e il possibile prolungamento di misure per il distanziamento sociale anche per i prossimi mesi, di fatto risulta sempre più complicato parlare di “ripresa”, anche per il presidente dell’Assocalciatori Tommasi. E proprio il numero 1 dell’AIC ieri ai microfoni di Radio1Rai, durante la trasmissione Tutti Convocati ha affermato: “Allo stato attuale la situazione del Paese non consente la ripresa dell’attività, dobbiamo capire se ci saranno le condizioni di sicurezza nelle prossime settimane e quali procedure si devono attivare per renderlo possibile, tutelando la salute di tutti, non solo degli atleti”.



CORONAVIRUS SERIE A, TOMMASI: “NESSUNA CORSIA PREFERENZIALE”

Dunque anche per Tommasi non vi sarebbero le condizioni per ripartire e benché l’Assocalciatori si sia sempre detta e continua a dirsi a favore della ripresa delle attività sportive, pure è indubbio che un ritorno in campo prima dell’estate risulta quanto meno complicato e problematico. Nel lungo intervento poi lo stesso Tommasi ha aggiunto: “Da parte dei calciatori la richiesta che è stata fatta è quella di far ripartire il calcio quando tutti i cittadini potranno disporre di tamponi e test, non ci deve essere una corsia preferenziale per la categoria. Questo non certo per immagine ma per responsabilità etica: molti calciatori sono risultati positivi e molti hanno familiari e amici malati in attesa dei tamponi; i calciatori non vogliono essere fuori dal contesto del Paese”.



Da protocollo fissato dalla FIGC infatti per ripartire occorrerebbero controlli medici assidui e tamponi a tappeto e ripetuti più volte per squadra e staff: procedura necessaria ma di difficile attuazione in questo particolare contesto. E pure su questo punto anche il Governo pare avere delle perplessità: solo nei prossimi giorni però e in seguito a nuove consultazioni, si saprà qualcosa di più.

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