Urbano Cairo va controcorrente: il presidente del Torino chiede che la stagione della Serie A non vada oltre il 30 giugno, proprio mentre sembra ormai scontato che si possa giocare fino a luglio o addirittura agosto, come prospettato dal presidente federale Gabriele Gravina. L’opinione di Cairo, espressa alla Gazzetta dello Sport, è invece la seguente: “Ritengo che il 30 giugno sia un limite invalicabile oltre il quale giocare sarebbe sbagliato. Stiamo vivendo sulla nostra pelle e senza colpa la rovina di questa stagione, ma non rischiamo di rovinare anche la prossima, perché quella si, sarebbe una responsabilità nostra. Abbiamo spostato gli Europei, ci sarà una stagione congestionata dai calendari, dobbiamo stare attenti. Dovrà essere una stagione di ripartenza sotto tanti punti di vista e non dobbiamo rischiare di rovinarla”.



CORONAVIRUS SERIE A: PARLA URBANO CAIRO

Proposta senza dubbio sensata per quanto riguarda il 2020-2021, che partirebbe già in salita se la stagione attuale terminasse in estate inoltrata, ma che naturalmente renderebbe quasi impossibile completare il 2019-2020. Cairo sottolinea comunque che in questo momento il calcio deve passare in secondo piano, facendo capire che il sacrificio di una sola stagione potrebbe anche essere accettabile: “Quando si vive un momento come questo non si può parlare di sport, calcio, calendari, staccandolo da ciò che sta passando il Paese. Bisogna essere realisti, capire cosa si potrà fare e a cosa invece si dovrà rinunciare. Dovremo ripartire, certo, e il calcio dovrà essere un motore di questa ripresa ma tenendo presente prima la salute, poi il futuro. Perché una stagione purtroppo è stata rovinata, ma dobbiamo stare attenti a non rovinare anche la prossima”.



SERIE A, PER CAIRO STAGIONE 2019-2020 ORMAI COMPROMESSA

Cairo dunque avanza una proposta controcorrente e invita il mondo del calcio a non rischiare di rovinare anche la prossima stagione pur di salvare a ogni costo quella in corso, che il presidente del Torino ritiene già compromessa: “Stiamo parlando di riprendere a giocare senza conoscere pienamente i rischi a cui potrebbero essere sottoposti tutti i componenti che girano intorno a una squadra. E giocando sempre a porte chiuse”. Cairo dunque si oppone a quei colleghi che vogliono a tutti i costi riprendere gli allenamenti al più presto: “Siamo chiari: finché non ci si può allenare tutti, non ci si allena. Inutile fare previsioni e corse in avanti sostituendoci ai virologi. Che senso ha porre delle date adesso con alcune zone del Paese in piena lotta contro il virus? Una cosa deve essere certa: ci si ricomincia ad allenare tutti insieme. Non sono ammessi interessi di bottega”.

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