In questi giorni così complicati dove si sta decidendo del futuro del calcio in Italia, stoppato ovviamente per l’espandersi dell’emergenza coronavirus, a lanciare un nuovo allarme è stato Adriano Galliani, ad del Monza, club della Serie C. Il dirigente del club brianzolo ha voluto riportare al centro della discussione la crisi che stanno vivendo i dilettanti, ma pure la Lega Pro, gravemente danneggiate dalla sospensione della stagione, a livello economico. Intervenuto ai microfoni del Gr Parlamento per la trasmissione La Politica nel Pallone, Galliani ha infatti affermato, con parole dure: “La stagione va portata a termine, ovviamente in sicurezza, altrimenti tutti il sistema rischia di collassare”.
Anche per l’ad del Monza dunque la priorità è sempre la salvaguardia della salute pubblica, in questo momento così drammatico, ma pure si unisce al coro di chi, ben conscio delle conseguenze di questa interruzione della stagione, specie per le categoria meno protette come Dilettanti e Lega Pro, invoca il rientro in campo e la chiusura regolare del campionato.
CORONAVIRUS SERIE C, GALLIANI: VA RICONOSCIUTO IL COMPITO SOCIALE
Anzi Galliani nel lungo intervento, fissa proprio l’attenzione sulle gravi conseguenze economiche che la mancata ripresa della stagione (ovviamente quando terminerà l’emergenza sanitaria) porterebbero per Serie C e Serie D, che dunque rischiano il collasso: “In Serie D non ci sono ricavi, in Serie C quasi. La C perde 120 milioni l’anno che sono messi da 60 imprenditori con una media di due milioni ciascuno. Temo che la crisi economica che colpirà in maniera forte il nostro Paese impedirà a questi 60 signori di mettere i soldi anche l’anno prossimo”. Un problema dunque capitale, tenuto anche conto del valore sociale dei due campionati, come lo stesso dirigente del Monza ha ricordato: “Serie C e Serie D svolgono un compito sociale, tolgono i ragazzi dalle strade e bisogna trovare qualche sistema per far sì che questo compito venga riconosciuto”.
CORONAVIRUS SERIE C, GALLIANI: AL MONZA ABBIAMO ANTICIPATO I TEMPI
Dunque per Galliani finire la stagione, nonostante la grande incertezza sugli sviluppi dell’emergenza sanitaria, è mossa necessaria, per garantire la sopravvivenza del sistema calcio e pure propone un metodo di lavoro: “La soluzione va trovata facendosi affiancare da un grande advisor che valuti caso per caso, se sia più conveniente concludere al 30 giugno, al 30 luglio o al 30 agosto e così via, perché ciascuna soluzione comporta ricavi molto diversi fra loro”.
Nel frattempo però si fa quello che si può per limitare i danni: anche in casa Monza, su esempio della Juventus, la dirigenza ha trovato un accordo con i giocatori per un taglio degli stipendi: “Abbiamo anticipato i tempi: tagliarsi l’ingaggio del 10% significa non pagare una mensilità e se ad aprile non giocheremo, non pagheremo il 50% della mensilità anche di aprile”.