Si può creare un virus in laboratorio senza lasciare tracce? Sì, e così può essere stato creato il coronavirus. A sostenerlo è il microbiologo Ralph Baric, il principale studioso al mondo di coronavirus. Tra i più grandi esperti di costruzione di virus sintetici, è autore della famosa chimera di cui parlò il Tg Leonardo nel servizio riemerso a distanza di anni per la pandemia di Covid-19. Baric parla per la prima volta in Italia. Lo fa in esclusiva ai microfoni di Presadiretta, che stasera su Rai3 trasmetterà la versione integrale dell’intervista. «Si può ingegnerizzare un virus senza lasciare nessuna traccia. Le risposte che cercate però potete trovarle solo dentro gli archivi del laboratorio di Wuhan». In tutti questi mesi ci siamo sentiti ripetere dagli scienziati che le manipolazioni dei virus in laboratorio si vedrebbero e che nel caso di Sars-CoV-2 non ci sono tracce di manipolazioni. Eppure, da almeno dieci anni in due laboratori, quello della North Carolina e di Wuhan, si usano tecniche sofisticate grazie a cui si può combinare materiale genetico di diversi tipi di virus senza lasciare “segni”, come accade di solito.



CORONAVIRUS, RALPH BARIC RIAPRE IL CASO WUHAN

Queste tecniche sofisticate si chiamano “seamless”, letteralmente “senza cuciture”. «Nella chimera che abbiamo realizzato in America nel 2015 col virus della Sars, insieme alla professoressa Zheng-li Shi dell’Istituto di Virologia di Wuhan, avevamo lasciato delle mutazioni-firma», dichiara il professor Ralph Baric a Presadiretta. Nel loro caso, dunque, si capiva che quel virus era frutto di ingegneria genetica. «Altrimenti non c’è nessun modo di distinguere un virus naturale da uno realizzato in laboratorio». La chimera, di cui si era parlato nel servizio del Tg Leonardo tornato in circolazione nei mesi scorsi, rientrava in un progetto di ricerca finanziato dall’NIH americano per studiare i virus dei pipistrelli. Quindi, avevano inserito nel virus della Sars la proteina Spike e ne era uscito un supervirus. «Si può sintetizzare chimicamente la sequenza del virus in laboratorio e poi ricreare il virus», spiega il microbiologo. Quando gli viene chiesto se esclude che Sars-CoV-2 sia una chimera fatta in laboratorio, precisa: «Non con i virus che sono stati sequenziati e riportati fino ad oggi».



Sarebbe utile in tal senso consultare i database di Wuhan, ma sono spariti. Presadiretta ha scoperto che negli archivi in rete era stata messa a disposizione della comunità scientifica una ricca banca dati su virus di pipistrelli e roditori. Si tratta di oltre 20mila campioni e virus raccolti negli anni in diverse parti della Cina con informazioni dettagliate: coordinate GPS riguardo il luogo di campionamento, virus trovato, se il virus era stato sequenziato o isolato. Per accedere al database serviva una password e bisognava rispettare l’obbligo di non divulgare le informazioni fino alla data di pubblicazione. Quella pagina però da giugno è stata rimossa dal web. Un portale che monitora le banche dati scientifiche cinesi sostiene che i dati siano inaccessibili già dal 12 settembre 2019.

Leggi anche

"Covid grave può restringere tumori"/ Studio Usa: virus trasforma i monociti in "alleati" contro il cancro