La Spagna, in proporzione al numero di abitanti, è ancora il Paese che vive in maniera più drammatica l’emergenza coronavirus. Una situazione che solo nelle ultime 24 ore ha fatto registrare il suo primo rallentamento in assoluto. Ma i numeri non lasciano spazio a rilassamenti e il primo ministro Sanchez ha ufficialmente comunicato il prolungamento dello stato d’emergenza fino al 26 aprile, altre due settimane in casa per 47 milioni di spagnoli alle prese col lockdown e con numeri dell’epidemia superiori a quelli dell’Italia, che di abitanti ne conta 13 milioni in più. In Spagna ora Governo e opposizioni sono concentrati nel combattere il virus, ma i quotidiani locali sottolineano come alla fine dell’emergenza si cercherà una resa dei conti per cercare di comprendere come l’epidemia di covid-19 sia potuta esplodere così violentemente, con l’esempio italiano peraltro a fare da guida. (agg. di Fabio Belli)



SPAGNA, RALLENTAMENTO NEI CONTAGI

La situazione Coronavirus in Spagna evidenzia un rallentamento nella crescita dei nuovi casi positivi. E’ quanto emerso in queste ore rispetto al nuovo bollettino relativo ai dati dell’ultimo giorno e che segnalata per il terzo giorno consecutivo il calo dei decessi provocati dal Coronavirus nel Paese. Nel dettaglio, nelle ultime 24 ore sono stati registrati 674 nuovi decessi ovvero 135 meno rispetto a ieri, nonché il dato più basso degli ultimi 9 giorni. Un numero che, nella sua drammaticità, riaccende le sperante del paese spagnolo. L’ultimo bollettino del ministero della Sanità di Madrid è stato pubblicato dal quotidiano El Pais che rivela anche i dati complessivi dell’emergenza Coronavirus con un totale di decessi pari a 12.418, 130.759 casi positivi, 6.023 contagi in più nelle ultime 24 ore contro i 7mila del giorno precedente, per un totale di oltre 130mila. Al tempo stesso è però aumentato il numero delle persone ricoverate in terapia intensiva. I guariti sono 38.080, 4mila in più di ieri. Il ministro della Salute è però contendo dei nuovi numeri. “I dati confermano una stabilizzazione, un indebolimento dell’epidemia”, ha dichiarato Salvador Illa, sottolineando che le restrizioni funzionano. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



SPAGNA, SECONDA NAZIONE PIÙ INFETTA AL MONDO

La Spagna resta la seconda nazione al mondo per vittime da coronavirus, dietro alla sola Italia. Come comunicato dalla mappa della Johns Hopkins University, le vittime nella nazione iberica sono salite a 11.947, con l’Italia invece a quota 15mila. Sono invece di più gli infetti in Spagna, un totale di 126.168, seconda nazione al mondo dietro agli Stati Uniti, e davanti al Belpaese. Vista l’emergenza gravissima, il primo ministro Pedro Sanchez ha deciso di prolungare ulteriore le misure restrittive attualmente in vigore per altre due settimane, con scadenza il prossimo 26 aprile. E del resto non poteva essere altrimenti in una nazione dove gli ospedali sono al collasso da giorni, e dove si ammassano le bare dei deceduti un po’ ovunque. La situazione più grave resta quella delle due grandi città iberiche, leggasi la capitale Madrid e la catalana Barcellona, ma il virus si è comunque diffuso un po’ ovunque, a macchia d’olio. Da quando è iniziata l’epidemia sono guarite 34.219 persone, mentre le nuove infezioni nelle ultime 24 ore sono state “solo” 7.026, uno dei dati migliori degli ultimi tempi.



CORONAVIRUS SPAGNA: “LA SICUREZZA DEVE ESSERE GARANTITA”

Così come in Italia, negli Stati Uniti e in altre nazioni del mondo, anche in Spagna c’è carenza di materiale protettivo e di dispositivi medici, a cominciare dai respiratori, fondamentali per i pazienti affetti da coronavirus e che vengono ricoverati nelle terapie intensive. A riguardo, però, va segnalata una buona notizia visto che il ministro degli Esteri, Arancha González Laya, ha fatto sapere che la Turchia ha dato il via libera all’uscita dalla nazione dei respiratori trattenuti, che potranno così raggiungere la Spagna: “Apprezziamo il gesto – ha detto lo stesso esponente dell’esecutivo – di un paese amico e alleato”. Nel frattempo sono moltissimi gli esperti in campo virologo, i divulgatori scientifici e i politici in Spagna, che sottolineano, così come ci fanno sapere da giorni in Italia, che la ripresa alla vita normale sarà molto lenta e graduale: “Non saremo in grado di tornare alla normalità da 0 a 100 in un giorno – le parole rilasciate ai microfoni di El Pais da parte di Nadia Calviño, ministro dell’Economia – La sicurezza deve essere garantita”.