Sale a 153.222 casi e 15.447 morti il bilancio legato al Coronavirus in Spagna, stando agli ultimi dati ufficiali rilasciati dalle autorità sanitarie della penisola iberica. Una crisi che, come già sottolineato a più riprese, si è riverberata inevitabilmente sul settore economico, tanto che il Governo abiliterà in un Consiglio dei Ministri straordinario previsto quest’oggi, venerdì 10 aprile 2020, una seconda linea di garanzie pubbliche, ergo altri 20mila milioni di euro, per assicurare liquidità al tessuto produttivo, rivolgendo i finanziamenti interamente alle PMI e ai lavoratori autonomi. Durante il suo discorso di ieri al Congresso dei Deputati, il premier Pedro Sánchez ha ammesso che si attende che più di 1,3 milioni di lavoratori autonomi e di imprese beneficino di questa linea di garanzie pubbliche, aggiungendo che altre 130mila aziende e lavoratori autonomi beneficeranno dell’estensione del limite di indebitamento dell’ICO, proprio per manifestare la vicinanza del mondo politico a chi in questo momento vive un periodo difficile in termini di liquidità.
CORONAVIRUS SPAGNA: BARCELLONA SOGNA DI ACCOGLIERE I TURISTI GIÀ IN ESTATE
Il settore turistico si considera ormai sconfitto quest’anno nella città di Barcellona, visto il grande peso del turismo straniero in città, mentre gli albergatori della costa catalana sperano di poter compensare una parte delle perdite se si dovesse e potesse optare per un turismo di prossimità e la pandemia di Coronavirus terminasse presto. Il presidente dell’associazione degli appartamenti turistici di Barcellona (Apartur), Enrique Alcántara, ha dichiarato all’agenzia EFE che “l’anno è perso per Barcellona in termini di turismo”, data la grande dipendenza della città dal turismo internazionale. Secondo Alcántara, Barcellona potrebbe iniziare ad accogliere visitatori a partire dall’estate, ma l’attività vera e propria non riprenderà fino a febbraio o marzo del prossimo anno. Questa opinione è condivisa anche dal direttore generale dell’associazione alberghiera di Barcellona, Manel Casals, che ha spiegato a EFE che il settore non tornerà a “una certa normalità” per altri dodici mesi, nonostante la diffusione del virus paia attenuarsi.