Nuovi aggiornamenti sull’emergenza coronavirus in Spagna dopo l’ultimo bollettino del ministero della Sanità. Come riportano i colleghi de El Pais, il numero di casi positivi è salito del 2%, mentre il bilancio delle vittime del 3%: ci troviamo di fronte agli aumenti più bassi dall’inizio dell’epidemia. Nella Comunidad di Madrid è stato registrato un aumento di casi positivi dell’1,2%, dato seguito da quello di Murcia (0,97%) e delle Isole Baleari (1,04%). Brutte notizie per Castilla y Leon, che devono fare i conti con un aumento delle infezioni del 4,21%.
Il ministro della Salute Salvador Illa ha affermato che il picco è già stato superato e che l’obiettivo è quello di piegare la curva verso il basso. Il ministro dell’Interno ha invece annunciato la distribuzione di 10 milioni di mascherine sui mezzi pubblici, promettendo che le farmacie saranno rifornite entro fine settimana. Infine, nuovi dati sui trasgressori: il ministero della Difesa ha reso noto che le denunce per la violazione del lockdown hanno raggiunto quota 650 mila. (Aggiornamento di MB)
CORONAVIRUS SPAGNA: 517 MORTI NELLE ULTIME 24 ORE
Continuano a giungere buone notizie dalla Spagna dal fronte coronavirus. Nelle ultime 24 ore sono morte “solamente” 517 di persone, per un totale da inizio epidemia di 17.489 vittime. Stando ai dati comunicati poco fa dal ministero della sanità, gli infetti da inizio emergenza sono 169.496, mentre 64.727 le persone guarite. Fra la giornata di sabato e quella di domenica i positivi sono aumentati solo del 2%, mentre le vittime del 3%, l’incremento più basso, ricorda SkyTg24.it, da quando è iniziata l’epidemia in Spagna. E da oggi tornano operativi nella nazione iberica i settori dell’edilizia, dell’industria e alcuni uffici. In Spagna si prova quindi piano-piano a ripartire, ma ovviamente, rispettando regole rigide come il distanziamento sociale e l’utilizzo dei dispositivi di sicurezza. A riguardo, vengono distribuite gratuitamente ben 10 milioni di mascherine sui mezzi pubblici. La ripartenza, scrive El Pais, è stata contestata duramente da molti medici e politici: ancora chiuse scuole, cinema, ristoranti, e bar. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
CORONAVIRUS SPAGNA: DA OGGI RIPARTENZA
La situazione Coronavirus in Spagna resta critica. Il Paese si piazza alle spalle degli Stati Uniti per numero di casi positivi Covid-19 (seguito da Italia e Francia), conquistando dunque il primo posto tra i paesi europei per unità di contagi. Secondo gli ultimi dati aggiornati in tempo reale e forniti dalla John Hopkins University, i contagi accertati in Spagna salgono a 166.831 per un totale di 17.209 morti. I ricoverati in tutto il Paese sono invece 62.391. L’unico moto per tentare di rallentare il contagio da Coronavirus, dunque, anche in Spagna resta l’isolamento. Lo ha confermato nella giornata di ieri il premier Pedro Sanchez annunciando da oggi, lunedì 13 aprile, una piccola ripartenza nel Paese: “si tolgono le misure estreme di congelamento dell’economia”, ha anticipato. Si procede così ufficialmente alla parziale riapertura di alcune attività produttive, esattamente come accaduto in Italia ed annunciato nell’ultimo dpcm del 10 aprile scorso. “La de-escalation sarà progressiva e molto cauta”, ha fatto sapere ancora Sanchez spiegando che comunque il Paese non è ancora entrato nella fase 2 dell’emergenza.
CORONAVIRUS SPAGNA: RIAPRONO ALCUNE ATTIVITÀ NON ESSENZIALI
In Spagna da questo lunedì ripartono alcuni servizi non essenziali che si erano fermati dopo la decisione del governo dello scorso 14 marzo. Dallo scorso 30 marzo, poi, lo stato di emergenza a causa del Coronavirus era stato ulteriormente inasprito, ma da oggi molte attività iniziano a riaprire. Dalla giornata odierna, scrive El Pais, molti uffici, cantieri e fabbriche torneranno a funzionare nonostante il parere negativo di alcuni operatori sanitari e le critiche da parte di una fazione politica. Madrid, in particolare, ha esposto i suoi dubbi sulle riaperture. Il governo intanto insiste sul fatto che il Paese non sia in fase di de-escalation e ribadisce la continuazione di isolamento. Ciò significa che gran parte della popolazione spagnola resta ancora a casa – restano chiusi bar, scuole, ristoranti, centri ricreativi e culturali – ma l’attività economica riparte, seppur lentamente. In contemporanea alla riapertura parziale, il governo di Sanchez ha rafforzato le misure di protezione distribuendo 10 milioni di mascherine sui mezzi pubblici e pubblicando un protocollo d’azione per il ritorno al lavoro in modo sicuro. Nonostante questo resta accesissimo il dibattito sull’opportunità di riaprire parte del Paese. La Catalogna lo considera “imprudente” e “sconsiderato”, ma anche da Madrid arrivano critiche all’operato di Sanchez: “Un’altra ondata in questo momento sarebbe imperdonabile”, ha tuonato Isabel Díaz Ayuso, presidente della Comunità di Madrid.