Continua il trend positivo in Spagna in merito all’emergenza coronavirus. Gli ultimi dati forniti dal ministero della sanità, e pubblicati come sempre dal quotidiano El Pais, raccontano di 523 vittime nelle ultime 24 ore nella nazione iberica, un numero leggermente inferiore rispetto a quelle registrato nella giornata di ieri, martedì 14 aprile. In totale, da quando è scoppiata l’epidemia, sono 18.759 i morti in Spagna, mentre i contagi sono saliti a quota 177.633. Numeri che fanno ben sperare in un momento in cui la nazione governata dal premier Sanchez sta cercando di tornare lentamente alla normalità. Da lunedì 13 aprile, infatti, ben quattro milioni di lavoratori hanno ripreso le proprie attività, dopo che è stata concessa la ripartenza di attività non essenziali come le industrie e le costruzioni, fermate il 30 marzo scorso. Resta comunque in vigore fino all’11 maggio lo stato di allarme, di conseguenza, il livello di guardia resta alto, e le misure di contenimento come mascherine, distanziamento, isolamento e protezione varie, continuano a rimanere in vigore. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
CORONAVIRUS SPAGNA: 2.820 DECESSI NELLE RSA DI MADRID
Il Coronavirus in Spagna costringe, loro malgrado, i vertici sanitari del Paese a ritoccare costantemente verso l’alto il bilancio connesso alla pandemia in landa iberica, dove, ad oggi, i casi confermati sono in tutto 174.060, mentre il totale dei decessi fra le persone positive al Covid-19 si attesta a quota 18.255. Preventivabile, ma comunque impressionante il dato che giunge da Madrid, uno dei luoghi più colpiti dal virus, che ha registrato la morte di 2.820 anziani ospiti delle case di riposo. Per quanto concerne invece le statistiche globali riferite alla Capitale spagnola, sono 10.017 le vittime positive o sospette positive al Coronavirus: ai 6.568 defunti inseriti nelle statistiche ufficiali del Ministero della Salute si aggiungerebbero, infatti, i 2.820 morti con sintomi nelle case di riposo di cui riferivamo sopra, 616 abitanti deceduti nelle proprie abitazioni, 4 addirittura per strada e 9 presso l’istituto di Medicina Legale. Il Ministro ha fornito questi dati durante una videoconferenza alla Commissione della Salute dell’assemblea di Madrid, in cui ha riconosciuto che il numero di decessi al di fuori degli ospedali è probabilmente più alto a causa del “divario” tra la notifica di questi decessi e la loro registrazione da parte della sanità pubblica.
CORONAVIRUS SPAGNA, PARLA LO PSICHIATRA INFANTILE: “RITORNO A SCUOLA? MODALITÀ DA STUDIARE ATTENTAMENTE”
Nell’ambito di un’intervista rilasciata al quotidiano iberico “El País”, lo psichiatra infantile José Luis Pedreira, membro del Consiglio consultivo del Ministero della Salute e responsabile del coordinamento dell’uscita dal distanziamento sociale da parte dei bambini, ha spiegato come potrà avvenire il riavvicinamento dei più piccoli alla vita di tutti i giorni. “Non possiamo ancora parlare di date e dire dunque quando questo avverrà – ha dichiarato il dottor Pedreira –. Affinché possano uscire, è necessario che ci sia un piano preciso e comprensibile e la volontà di seguirlo. Abbiamo lavorato per una settimana su una relazione, ma la situazione è molto complessa, dobbiamo procedere molto lentamente”. Alla luce di queste dichiarazioni, pare dunque prematuro parlare di un ritorno a scuola da parte della fascia più giovane della popolazione iberica: “Di certo non potrà avvenire alle condizioni abituali – ha asserito lo psichiatra infantile –. Dovremo vedere come e quali scuole possano soddisfare i requisiti, analizzando quali circostanze siano necessarie”.