La Spagna sta contenendo ormai da giorni l’epidemia da coronavirus. Dopo settimane con numeri drammatici, la pandemia è via-via scemata grazie alle misure restrittive e al lockdown, permettendo alla nazione iberica di tornare a rivedere la luce. Gli ultimi dati aggiornati dalla mappa della John Hopkins Università raccontato di 234.824 casi di infezione, un numero che è cresciuto nelle ultime 24 ore di sole 446 unità, dati confermati anche dal ministero della salute locale. Le vittime, invece, sono 28.628 da inizio emergenza, in crescita di 56 nuovi decessi, leggermente superiore ai dati della precedente rilevazione (erano state 48), ma comunque positivi. A conferma di una pandemia ormai sotto controllo il fatto che dopo mesi anche le città di Madrid e Barcellona, nonché la regione della Castiglia, sono passate alla fase 1, quella che da noi prende invece il nome di fase 2. Di conseguenza, alcune misure restrittive sono state allentate, così come già accaduto in gran parte del paese diversi giorni fa.



CORONAVIRUS SPAGNA, ANCORA INCERTA LA RIPRESA DELLA LIGA

Così come in Italia resta però ancora alta l’incertezza in merito alla ripresa del campionato. Al momento non vi è ancora una data ufficiale per la Liga, e il periodo indicato per la ripresa degli allenamenti di squadra dovrebbe essere quello di primo/metà giugno (il 12), ma come appena detto, non vi è alcuna ufficialità in merito. Nelle ultime ore è uscito allo scoperto Salvador Illa, ministro per la salute, che ha spiegato: “Studieremo come fare, perché ad oggi non è stata ancora presa nessuna decisione in merito”. I vari club della Liga stanno continuano ad allenarsi in maniera individuale, con gruppi di massimo dieci giocatori e distanziamento, in attesa di novità da questo fronte. Calcio in crisi e tifosi in crisi, come lo storico Manuela Caceres Artesero, supporter 71enne che segue la nazionale spagnola dal lontano 1979, senza perdersi nemmeno un incontro, e che sembrerebbe costretto a vendere il suo celebre tamburo: “In passato – ha ammesso Manolo parlando con la stampa sportiva – ho ricevuto più di un’offerta per il mio strumento, ma ho sempre risposto che non lo avrei venduto per nulla al mondo. Ora potrei doverlo fare…”.

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