Dall’inizio della crisi del coronavirus la Spagna ha registrato 26.299 decessi, 222.857 infezioni e 131.148 guariti. A partire da lunedì la metà della popolazione iberica passerà a sperimentare la Fase 1 della “nuova normalità”; l’altra metà dovrà invece aspettare di soddisfare una serie di criteri che tengono in considerazione l’andamento dell’epidemia e la capacità di assistenza sanitaria della zona in cui si risiede. Come riportato da El Paìs, anche con l’allentamento delle restrizioni il contatto sociale sarà consentito a gruppi di massimo 10 persone e le aziende dovranno dare continuità alla modalità di telelavoro. Ove lo smart working non fosse possibile sarà  necessario mantenere una distanza di sicurezza di due metri o con DPI (dispositivi di protezione individuale), con entrate e uscite dei dipendenti scaglionate. 



CORONAVIRUS SPAGNA: 26.299 MORTI DA INIZIO EPIDEMIA

Il Ministero della Salute ha accettato nella giornata di ieri la stragrande maggioranza delle richieste di avanzamento di fase richieste dalle comunità autonome. I permessi stati negati solo in Andalusia, che ha chiesto che alcune aree di Malaga e Granada avanzassero dalla fase 0 alla fase 1, e alla Comunità di Madrid, notoriamente la più colpita dall’epidemia fin dall’inizio dell’emergenza. Né è stata accolta interamente la richiesta della Comunità Valenciana, dove alcune aree sono state escluse dall’avanzamento. Il governo ha anche ignorato le affermazioni delle Asturie, secondo le quali due territori passano direttamente alla fase 2, quella dove l’allentamento delle misure è ancora più accentuato. L’avanzamento da una fase all’altra per ogni comunità sarà autorizzato ogni 14 giorni, ovvero il tempo necessario a verificare se il rilassamento delle misure ha causato un aumento di casi o focolai.

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