Il Coronavirus in Spagna ha sottoposto il proprio bilancio a un nuovo aggiornamento: secondo gli ultimi dati disponibili, i casi di positività registrati dall’avvento della pandemia ad oggi nella penisola iberica sono stati 284.986, con 27.119 persone decedute dopo avere scoperto di aver contratto il Covid-19. Il Ministero della Difesa, intanto ha deciso, dopo aver ricevuto la relativa richiesta dalle delegazioni del Governo, che i militari non forniranno più supporto negli ospedali delle Canarie e di Valladolid, nei centri e nelle strutture sociali delle Canarie e di Madrid, e nel centro espositivo Ifema di Madrid. Secondo informazioni provenienti dai quotidiani spagnoli, le delegazioni del Governo hanno chiesto che i militari cessino di fornire sostegno, “perché non lo ritengono necessario”, nell’ospedale da campo di Medina del Campo (Valladolid), nell’ospedale Nuestra Señora de la Candelaria e nelle strutture della Croce Rossa di Tenerife, nell’ospedale di La Palma, dove smetteranno di esibirsi domani, nel centro di accoglienza della Casa del Mar a Ferrol (La Coruña), nelle strutture di Ifema e nella casa di residenza Jorge Juan di Madrid.
CORONAVIRUS SPAGNA: IL PARERE DEL MICROBIOLOGO JULIO GARCÍA
In un’intervista rilasciata all’Efe e ripresa dal quotidiano spagnolo “El Mundo”, il microbiologo Julio García, responsabile del Servizio di Microbiologia dell’ospedale universitario La Paz di Madrid, ha dichiarato che i comuni virus del raffreddore appartengono alla famiglia dei Coronavirus e sono in qualche modo cugini del Covid-19. Questi legami familiari possono aver generato immunità incrociata in una parte della popolazione che ne ha sofferto in modo lieve o asintomatico. Un’ipotesi importante e da tenere in considerazione, soprattutto perché giunge direttamente dall’universo scientifico. “Non sappiamo ancora moltissimo su questa pandemia, scoppiata in Cina sei mesi fa e già diffusa in tutto il mondo, anche se a tempo di record sono stati fatti progressi nello scoprire come funziona”, ha dichiarato l’esperto, ammonendo la popolazione spagnola circa una possibile seconda ondata a seguito del processo di de-escalation che, a suo avviso, sarà un processo di “prova ed errore”.