La Francia sta rialzando sempre più la testa dopo aver domato la seconda ondata di coronavirus. I dati sono sempre più confortanti e di conseguenza il portavoce del governo Macron, Gabrial Attal, in occasione di un’intervista rilasciata a France Info, ha fatto sapere che il confinamento della popolazione o “lockdown light”, terminerà nel giro di una decina di giorni. “Se raggiungiamo gli obiettivi fissati dal presidente”, le sue parole, terminerà il 15 dicembre. Affinchè ciò avvenga sarà necessario “rientrare” in determinati parametri, a cominciare dai nuovi casi giornalieri di covid, passando per i ricoveri totali, che non dovranno essere più di 5mila, e arrivando fino a quelli in terapia intensiva (fra i 2.500 e i 3.000). “Non dobbiamo correre il rischio – ha aggiunto e concluso il portavoce – che l’epidemia possa ricominciare”. Se in Francia la situazione sta migliorando in Germania invece i casi sono ancora molti, troppi. Ieri nella nazione tedesca sono stati registrati ben 23.449 nuovi contagi, poco più di quelli italiani, con l’aggiunta di 432 decessi.
CORONAVIRUS SPAGNA, PRESENTATO PIANO VACCINI
Da quando è scoppiata l’emergenza in Germania sono stati 1.130.238 i contagiati mentre le vittime sono state 18.034, numero comunque “contenuto” se rapportato ad altre grandi nazioni del Vecchio Continente, a cominciare da Regno Unito e Italia. Infine la situazione coronavirus in Spagna, dove il premier Sanchez ha fatto sapere nella giornata di ieri, venerdì 4 dicembre, che fra il mese di maggio e giugno fra i 15 e i 20 milioni di spagnoli saranno sottoposto alla vaccinazione contro il covid-19. Il primo ministro iberico ha presentato il piano per la ripresa del paese in occasione della sua visita in Cantabria, sottolineando che il piano vaccini sarà diviso in due diverse fasi, e nella prima, quella più imminente, verranno coinvolte 2.5 milioni di persone. Il problema principale è che più della metà degli spagnoli, precisamente il 55.2%, non è così certa di vaccinarsi, attendendo prima di vedere quali saranno gli effetti dello stesso vaccino. Solo il 32,5% degli intervistati sarebbe invece pronto a sottoporsi immediatamente alla “cura”.